Perdono le fedi alla vigilia delle nozze, gliele riportano pochi minuti prima del "sì"

Incredibile avventura a lieto fine per Gaia Papi, collaboratrice de "La Nazione": operai trovano il cofanetto, carabiniere ricostruisce tutto dai nomi e dalla data

Gaia Papi e Gabriele Yammine

Gaia Papi e Gabriele Yammine

Arezzo, 16 giugno 2018 - Il principe azzurro ha il profilo affilato e felice dello sposo ma anche quello bonario e fatalmente un po’ più arcigno di un agente della stradale: che si è presentato davanti al fatidico sì con le fedi in mano. Le loro fedi, quelle scelte per giorni con cura e poi perse lungo i rettilinei della Siena-Bettolle. E ritrovate solo in coda ad una favola, bella e possibile. La favola di una nostra preziosa collaboratrice, Gaia Papi, e dell’ormai marito Gabriele Yammine.

Sposi a San Vincenzo, nel livornese, praticamente sulla spiaggia, ma che a lungo hanno rischiato di farlo conle fedi dei genitori o degli amici. E a scongiurarlo sono stati il nostro «principe» della stradale, Giacomo Serboli, e soprattutto un appuntato della stazione dei carabinieri di Sinalunga. La storia? E’ la vigilia delle nozze e Gabriele corre, dentro i limiti beninteso, in moto verso San Vincenzo.

Sulla Siena-Bettolle, proprio all’altezza di Sinalunga, lui non s’accorge ma il bauletto della moto si sgancia e cade sulla strada. Non nel fosso, proprio in mezzo alla strada. Gabriele, perso dietro alla «missione» di raggiungere la sua bella, procede inconsapevole verso le nozze: e solo all’arrivo si rende conto che il bauletto non c’è più. Sono le 17.30.

E insieme al bauletto sono spariti il regalo speciale che aveva fatto a Gaia (e fin qui peccato ma pazienza...) e soprattutto la preziosissima scatolina delle fedi. Panico, angoscia: e la telefonata all’amico della stradale, che comincia a diramare la denuncia e l’allarme. Ma intanto parecchi chilometri prima il film già aveva cominciato, impercettibilmente, a virare verso il lieto fine. Perché nel punto in cui il bauletto si sgancia ci sono dei lavori in corso. E gli operai dell’Anas, che come al solito lavorano per noi, notano quello strano oggetto non identificato.

Lo aprono, capiscono che dentro c’è qualcosa di speciale e chiamano i carabinieri. E qui entra in scena il nostro appuntato. Con delicatezza apre il pacchetto, scopre che sono due fedi. Sobbalza. Ma con occhio investigativo va oltre: vede la data all’interno degli anelli, quella del giorno dopo, e i due nomi. E comincia a chiamare a tappeto le diocesi di Arezzo ma anche di Siena e Grosseto: avete un Gabriele e una Gaia che domani si sposano? Di là solo risposte negative. Non poteva sapere che stavolta era un rito civile, in attesa di quello religioso che verrà (con gli stessi anelli, per fortuna...).

Ma sa di voler andare fino in fondo. Nota il marchio UnoAerre: chiama anche l’azienda, peccato che sia uno dei giganti mondiali, dell’oro e in particolare delle fedi nuziali, e quindi non possa avere i dati di tutti. Però alla fine, stringendo il cerchio, l’allerta arriva anche alla questura di Arezzo, una di quelle che il «principe-agente» aveva contattato dall’inizio. «Sì, abbiamo una denuncia di Gabriele e Gaia».

Bingo: eccolo il sogno diventare realtà, un po’ come nel film «Un giorno in più», dove i due si ritrovano in un incrocio di colpi di vento e coincidenze uniche e fortunose. Sono da poco passate le 20, la sera della vigilia non del giorno in più ma di sicuro di quello più bello. Squilla il telefono.

«Ma voi ci credete ai miracoli?». Sì, ci credono. E fanno bene. Perché il giorno dopo lo stesso Giacomo Serboli, comunque invitato alle nozze, si presenta puntuale e con il pacchetto in mano. Sì, il pacchetto: il carabiniere lo aveva anche rifatto, con tanto di fiocco bianco. Perché i sogni si avverano una volta sola nella vita. E quella volta non vuoi sfoggiare un pacchetto come si deve?