Persone sdraiate sotto lenzuoli bianchi per ricordare le vittime del Moby Prince. I parenti: “Abbiamo diritto alla verità”

A Livorno, oggi sabato 11 marzo, la manifestazione promossa dalle associazioni dei familiari. Che chiedono ancora giustizia alla Procura di Livorno e alla Dda di Firenze

Un'immagine della manifestazione per ricordare le vittime del Moby Prince

Un'immagine della manifestazione per ricordare le vittime del Moby Prince

Livorno, 11 marzo 2023 – Persone sdraiate a terra sotto un lenzuolo per ricordare le 140 vittime del Moby Prince. È la campagna di mobilitazione lanciata dalle associazioni dei familiari e che si svolge sabato 11 marzo nella sede dell'associazione 140 in via Terreni 2, a Livorno.

“Dalle 16,30 - spiega una nota - chiunque potrà interpretare una delle vittime sdraiandosi a terra sotto un lenzuolo bianco in una posizione analoga a quella dove i familiari li riconobbero durante le drammatiche giornate che seguirono la strage, aiutando così la produzione della parte visiva della campagna”.

Ciascuno scatto, spiegano i familiari delle vittime, “andrà a formare lo sfondo di uno dei 140 cartelli con i nomi delle vittime, il numero di repertorio attribuito per la strage e la scritta '140 morti: nessun colpevole’, unita all'hashtag '#iosono141' e i cartelli prodotti saranno portati dai familiari delle vittime in corteo il prossimo 10 aprile per l'anniversario della strage”.

Un'immagine della manifestazione per ricordare le vittime del Moby Prince
Un'immagine della manifestazione per ricordare le vittime del Moby Prince

“Chiediamo alla cittadinanza livornese di starci vicina - osservano Nicola Rossetti e Luchino Chessa, rispettivamente presidenti di '140' e associazione 10 aprile, che radunano i familiari delle vittime - partecipando alla campagna dei lenzuoli bianchi. Ci siamo ispirati alla promessa del nostro amato Loris Rispoli, che ancora combatte per la riabilitazione dopo la malattia. Loris ha sempre ripetuto di aver giurato di cercare verità e giustizia su quella distesa di lenzuoli bianchi, esposti nell'hangar Karen B, quando fece il riconoscimento di sua sorella e come lui anche noi rinnoviamo quest'anno quel giuramento a tutte le altre vittime anche in nome del compianto Angelo Chessa”.

Infine, Chessa e Rossetti chiedono “alla Procura di Livorno e alla Dda di Firenze qual è l'esito delle loro indagini dopo 4 anni di silenzio e una nuova commissione d'inchiesta parlamentare che possa proseguire gli approfondimenti sul mancato soccorso la notte della strage a opera dello Stato e sulle ragioni profonde di quell'intollerabile comportamento, inclusa la dinamica di una collisione che l'ultima commissione d'inchiesta della Camera ha iniziato a tratteggiare e attendiamo infine dal Tribunale di Firenze la risposta definitiva sul nostro ricorso”.