Pestaggio sugli scali Novi Lena: così i carabinieri sono arrivati al fermo del presunto responsabile

Livorno, le indagini e i retroscena delle indagini. Una lite per futili motivi. Il ferito è sempre gravissimo

Livorno uomo in fin di vita sugli scali Novi Lena (Foto Lanari)

Livorno uomo in fin di vita sugli scali Novi Lena (Foto Lanari)

Livorno, 11 maggio 2023 – Come già avevamo anticipato, con l'accusa di lesioni personali gravi i carabinieri hanno fermato un 40enne, pregiudicato, gravemente indiziato di essere l'autore dell'aggressione avvenuta alle prime ore di lunedì scorso agli scali Novi Lena a Livorno ai danni dell'imprenditore Massimo Galleni, 49enne, titolare di un bar a Lido di Camaiore (Lucca).

Il pestaggio di Galleni, che si trova ricoverato nell’ospedale livornese in prognosi riservata, sarebbe avvenuto per futili motivi al termine di una lite.

La ricostruzione

Poco prima delle 4 del mattino dell'8 maggio, due telefonate al 118 avevano segnalato la presenza di una persona gravemente ferita, distesa a terra in una pozza di sangue, nei pressi delle note 'cantine' livornesi. Gli accertamenti affidati ai militari dell'Arma sono apparsi da subito complessi perché la stessa vittima non era conosciuta, non aveva con sé documenti e portafogli ma aveva del denaro e un cellulare, ormai scarico e spento e riconducibile a una ditta e non a una persona fisica. Inoltre in zona non erano presenti impianti di videosorveglianza.

I carabinieri della Sezione Operativa di Livorno e i colleghi del Nucleo Investigativo labronico hanno condotto le indagini per ricostruire quanto avvenuto prima della chiamata al 118. Molte le ipotesi in campo in prima battuta: poteva trattarsi di una caduta accidentale o indotta dalla spinta di qualcuno, l'assenza di documenti e portafogli avvalorava invece l'ipotesi di una rapina ma non si poteva escludere una lite per altri motivi.

Livorno uomo in fin di vita sugli scali Novi Lena
Livorno uomo in fin di vita sugli scali Novi Lena

Nel breve volgere di pochissime ore è stata identificata la vittima, un imprenditore della costa lucchese, e da lì ricostruiti i suoi spostamenti in città e le sue frequentazioni, anche attraverso le informazioni raccolte da diverse persone convocate dai carabinieri in caserma.

Già nel pomeriggio di lunedì, a poche ore dai fatti, si sono delineati in maniera sempre più netta i contorni della vicenda.

In un noto albergo cittadino sono stati trovati tutti gli effetti personali dell'uomo, evidentemente lasciati volontariamente nella camera e l'ipotesi rapina è stata scartata ma ha preso sempre più forma quella della lite per futili motivi finita male.

La vittima, in vacanza a Livorno, verso le ore 3 avrebbe avuto un diverbio con un uomo il quale, al culmine della lite, lo avrebbe colpito alla testa, facendolo cadere al suolo, per poi allontanarsi senza prestare il minimo soccorso. Proseguendo con le serratissime indagini, i carabinieri hanno iniziato a raccogliere concordanti elementi nei confronti di un noto pregiudicato 40enne.

Il pregiudicato

Quest'ultimo era conosciuto agli inquirenti anche perché nel 2006, sempre a Livorno, si era intromesso in una lite tra condomini per futili motivi e, spintonando un uomo, lo aveva fatto cadere; le gravi lesioni riportate nella caduta ne cagionarono la morte. Il 40enne, sebbene titolare di una residenza anagrafica su Livorno, è di fatto senza fissa dimora ed è risultato assente dal posto di lavoro. In particolare i carabinieri hanno verificato che l'uomo si era regolarmente presentato al lavoro la mattina ma dopo circa mezz'ora si era allontanato facendo perdere le sue tracce.

La circostanza che ha avvalorato la tesi della volontà di non essere rintracciato è la posizione del luogo di lavoro del 40enne, proprio nei pressi degli scali Novi Lena, da dove, verosimilmente, potrebbe aver notato i carabinieri fare i rilievi del caso e preso consapevolezza della gravità del suo comportamento. Avviate le ricerche, grazie a un'approfondita conoscenza del territorio, i carabinieri sono risaliti ad un motoveicolo, non intestato a lui, rintracciato nei pressi di un esercizio commerciale cittadino, chiuso quel giorno.

All'interno del locale, i carabinieri hanno effettivamente sorpreso il 40enne e lo hanno condotto in caserma. In considerazione dei gravi indizi raccolti e ritenuto fondato il pericolo che l'indiziato potesse darsi alla fuga, i militari hanno proceduto al fermo dell'uomo e, dopo aver dato informato la Procura della Repubblica di Livorno ed espletato le formalità di rito, il 40enne è stato tradotto presso il carcere de 'Le Sughere'. In sede di convalida richiesta dalla Procura della Repubblica di Livorno, il Gip del Tribunale ha disposto la convalida del fermo e la misura cautelare del carcere.