Piombino e Ravenna Le uniche possibilità

Il ministro Cingolani ha spiegato ai rappresentati del territorio le scelte del Governo. Ma la questione non è chiusa

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Per affrontare l’emergenza gas il Governo punta su due nuovi rigassificatori e, dal punto di vista tecnico, i porti in grado di assicurare tempi relativamentre rapidi di realizzazione degli impianti, sono Ravenna e Piombino. Ieri mattina il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, su richiesta dell’onorevole M5s Andrea Berti, ha incontrato una delegazione del territorio della val di Cornia composta – oltre che dallo stesso Berti –, anche dal consigliere Cinque Stelle Daniele Pasquinelli e dal sindaco di Piombino Francesco Ferrari. Cingolani ha spiegato che pur aumentando le importazioni dall’Algeria e con il gasdotto Tap, al fabbisogno nazionale nel 2023 mancheranno 10 miliardi di metri cubi di gas. Il governo per non razionare il gas, con gravi disagi per cittadini e imprese, attiverà due rigassificatori da 5 miliardi di metri cubi ciascuno. E i tecnici hanno indicato nei porti di Ravenna e Piombino le uniche soluzioni per avere tempi compatibili.

Sia Berti che Pasquinelli e Ferrari hanno manifestato al ministro le preoccupazioni del territorio, sia dal punto di vista della sicurezza, perché per Piombino si tratterebbe di un rigassificatore ormeggiato in porto, sia dal punto di vista economico con le ripercussioni sulle attività portuali, sulle aziende agroittiche e sul turismo. Cingolani ha preso atto delle preoccupazioni, ma ha spiegato che tecnicamente Piombino e Ravenna sono le due soluzioni allo stato attuale, considerando il quadro generale.

Berti e Pasquinelli, ma anche il sindaco Ferrari non ritengono però chiusa la questione. Per Pasquinelli è necessario "valutare il rischio di un rigassificatore all’interno di uno dei principali porti passeggeri d’Italia e analizzare anche il caso di incidente più improbabile come una nave in manovra che per motivi imprevisti perde il controllo e finisce contro l’impianto". Anche Berti è pronto a dare battaglia in Parlamento portando le istanze del territorio.

Ferrari, che ieri sera è intervenuto in piazza Gramsci all’iniziativa del comitato per il no al rigassificatore, ha detto che "Piombino ha già dato e non è possibile chiedere alla città e al territorio di rinunciare a un nuovo modello di sviluppo fatto anche di turismo e agroittica (il più grande polo italiano)".

"Ci devono spiegare – ha affermato Ferrari di fronte a circa 150 partecipanti – perché nel caso del rigassificatore Olt di Livorno si è scelta una distanza di 12 miglia dalla costa per avere adeguate garanzie di sicurezza, mentre per Piombino si vuole mettere l’impianto dentro il porto vicino alla città. Noi chiaramente stiamo con i cittadini e difenderemo il diritto di Piombino a cercare una nuova via di sviluppo".