Bòtti di Capodanno, non si placa la polemica sui social: "Sembrava di essere a Kabul"

Livorno, prosegue il dibattito sui petardi in città nella notte dell'ultimo dell'anno. E anche sull'ordinanza che ne vietava l'uso in luoghi pubblici...

Botti di Capodanno (Foto Novi)

Botti di Capodanno (Foto Novi)

Livorno, 3 gennaio 2023 - "Fuochi d’artificio vietati? Sembrava di essere a Kabul. A un certo punto, dal fumo era impossibile vedere i palazzi di fronte". "Tra via Puccini e via Trieste per circa venti minuti un vero e proprio bombardamento". "Sembrava di essere a Napoli". "Livorno terra di nessuno". La città dei 4 Mori ha dato il benvenuto al nuovo anno tra le polemiche. A tener banco, i botti di Capodanno e di conseguenza il mancato rispetto dell’ordinanza (Clicca qui per leggere il nostro primo servizio) con cui il sindaco Luca Salvetti (in linea, va detto, con altri amministratori comunali toscani e non solo) aveva proibito per tutta la notte di San Silvestro l’uso e l’abuso di botti e fuochi d’artificio. "La Nazione" ne aveva dato conto già nella giornata di ieri, con un articolo postato sui canali social del Telegrafo divenuto virale su Facebook in men che non si dica, tra commenti fantasiosi (ed estremi), interazioni, likes e condivisioni di centinaia di livornesi. Provare per credere.

Intendiamoci, l’ordinanza c’era ed era chiara, dal momento che il regolamento della polizia urbana aveva previsto "per tutto il centro abitato il divieto di gettare oggetti accesi o esplodere petardi in luoghi pubblici o aperti al pubblico o destinati a uso pubblico, oin prossimità di ospedali, case di cura o di riposo, luoghi di culto e cimiteri, aree di sgambatura cani, canili e cliniche veterinarie, nelle aree in cui vi sia concentrazione organizzata di persone".

Da capire, per esempio, se la Terrazza Mascagni non rientrasse nel perimetro del provvedimento. Probabile, visto quanto accaduto per la notte di San Silvestro dove, oltre ai fuochi d’artificio ufficiali del Comune, sono stati esplosi veri e propri arsenali di bòtti che hanno evidentemente spostato l’asticella del sano divertimento verso l’eccesso per i festeggiamenti, rendendo persino necessario l’intervento dei soccorritori.

La città di Livorno, sui botti e sull’ordinanza, si è quindi divisa tra favorevoli e contrari, tra esperti “mastrofocai“ e strenui difensori della quiete pubblica. Il “comitato del no“ basa la contrarietà sul rispetto dell’ambiente, degli animali, degli anziani e dei più fragili. Basta spulciare alcuni deì commenti: "Residui di scatoloni abbandonati per strada", "cani terrorizzati dall’espolosione di petardi", "anziani malati e bambini piccoli che si agitano per la confusione". Il “fronte del sì“ è composto invece da milites a difesa "della tradizione" e del "diritto di divertirsi". Tanto "basta aver pazienza un giorno all’anno". Numerosi e di vario tenore i commenti sulla nostra pagina Facebook de Il Telegrafo online.

Per fortuna però, dal dibattito social è emersa anche qualche critica costruttiva che almeno ha avuto il merito di centrare forse il fulcro della questione: "Assurdo fare un’ordinanza che stabilisce il divieto di petardi, senza disciplinarne la vendita". O ancora: "Cosa vengono fatte a fare le ordinanze se poi non sono rispettate?"

Francesco Ingardia