Poliziotti anticipano i soldi delle trasferte per i rimpatri, "Il caso va in Parlamento"

Livorno, dopo la denuncia dei sindacati la reazione della politica

La polizia con alcuni migranti (Foto di repertorio)

La polizia con alcuni migranti (Foto di repertorio)

Livorno, 11, gennaio 2020 - I due casi del mancato pagamento dell'anticipo di missione ai poliziotti della questura di Livorno, impegnati nei servizi di accompagnamento ai Cie degli stranieri irregolari, stanno suscitando un vespaio a livello locale e nazionale. Quello che è accaduto a Livorno è la punta dell'iceberg di un sistema che presenta criticità in tutta Italia.

Tanto più perché nell'ultimo episodio accaduto all'ombra dei Quattro Mori il trasferimento al Cie è saltato perché i poliziotti si sono rifiutati di pagare di tasca propria la trasferta. Così il cittadino irregolare (oltretutto scarcerato di recente e sorprese in piazza Garibaldi, zona calda dello spaccio), è stato rilasciato con il solo invito a presentarsi in questura.

A sollevare il putiferio è stata Angela Bona, segretario generale provinciale del sindacato Siulp. Per tale ragione l'onorevole Manfredi Potenti della Lega annuncia: "Presenterò un'interrogazione urgente al ministro degli Interni e chiederò che mi risponda direttamente in aula durante il question time. Non è pensabile che uno straniero irregolare non possa essere trasferito nel centro di identificazione e espulsione (Cie, ndr) perché ai poliziotti non viene pagata subito l'indennità di missione per portarcelo, come è accaduto a Livorno a fine dicembre 2019".

L'onorevole Potenti invoca cosi "l'apertura in ogni regione di un centro di identificazione e espulsione come prevede d'altra parte la normativa vigente che non viene rispettata in gran parte del Paese".

Anche Andrea Romiti, capogruppo in Comune e coordinatore comunale di Fratelli d'Italia chiede "un centro di identificazione e espulsione in Toscana. La legge lo impone anche se il governatore Enrico Rossi è contrario".

Al sindacato Siulp e ai poliziotti di Livorno "va tutta la nostra solidarietà - sottolinea sempre Andrea Romiti - tanto più perché da una parte si spendono soldi per i profughi ospitato in Italia, dall'altra i soldi delle missioni per portare i clandestini nei Cie li mettono di tasca loro i poliziotti perché il bilancio del dipartimento di pubblica sicurezza viene chiuso a fine dicembre ogni anno lasciando un periodo di vuoto senza disponibilità economiche per le trasferte dei poliziotti, ai quali si chiede di sopperire con loro risorse, in attesa poi di essere rimborsati".