Libero l’aggressore della poliziotta

Ricoverata per scompenso cardiaco. L’uomo ha l’obbligo di firma

Un'auto della polizia

Un'auto della polizia

Cecina (Livorno), 6 ottobre 2019 - E’ ancora ricoverata in ospedale la poliziotta aggredita nella notte tra giovedì e venerdì a Cecina da un cittadino russo in stato di alterazione. La donna, intervenuta per una lite tra fratelli, è stata assalita quando insieme al collega di pattuglia si è avvicinata alla casa dove era stato segnalato il litigio. Per l’agente che era con lei dieci giorni di prognosi a causa di un colpo alla gola mentre la donna è tutt’ora in ospedale per accertamento in seguito ad uno scompenso coronarico. Non uscirà prima di qualche giorno. Ieri mattina intanto si è svolta l’udienza di convalida a carico del cittadino russo protagonista dell’aggressione, un soggetto già noto alla polizia.

Il pm aveva chiesto la custodia in carcere e il difensore i domiciliari, ma il giudice ha rimesso l’imputato in libertà con il solo obbligo di firma. Vicenda che ovviamente ha scatenato l’intervento dei vari sindacati di polizia. «C’è davvero qualcosa che non va – ha detto Valter Mazzetti, segretario generale della Fsp – e continuare a fingere che non sia così è un’offesa all’intelligenza di tutti. Nulla può funzionare, il sistema non è coerente. La politica sorvola totalmente sulle reali necessità della sicurezza ma tutto, alla fine dei conti, è nelle mani di chi siede su comode poltrone permettendosi il lusso di ricordarsi delle Forze dell’ordine solo quando c’è da stilare una nota di cordoglio. Speriamo solo che quando questo soggetto si presenterà in commissariato per firmare non lo farà con una bomba addosso per sterminare i poliziotti presenti. Senza mezzi termini, però, va detto che aggredire un operatore della sicurezza è un reato gravissimo e come tale deve essere trattato. E’ inaccettabile – ha concluso Mazzetti - mandare a casa chi attenta alla nostra incolumità, all’integrità delle istituzioni, all’autorevolezza dello Stato».

Parole a cui fanno eco quelle di Luca Tommasin, segretario provinciale Sap. «Rispettiamo la magistratura – ha detto – ma siamo allarmati dal fatto che questa persona pericolosa è ancora fuori. I poliziotti vanno e non sanno mai chi possono trovare davanti, poteva andare a finire molto male». Amarezza anche nelle parole del questore Lorenzo Suraci che auspica l’adozione «di provvedimenti amministrativi seri e pesanti». «Non possiamo mettere poliziotti ad ogni angolo di strada – ha aggiunto Suraci – Se tutto questo fosse accaduto in altri paesi forse non sarebbe andata a finire così e i provvedimenti sarebbero stati diversi».