Bar Civili, il tempio del ponce compie 130 anni: "Siamo livornesi, non molliamo mai"

Livorno, il Covid dimezza l'orario ovviamente anche al locale di via del Vigna: "Ma la nostra tradizione non si interrompe". Ed ecco la ricetta originale

Carlo Fusco al banco del Bar Civili, il "tempio" del ponce livornese

Carlo Fusco al banco del Bar Civili, il "tempio" del ponce livornese

Livorno, 19 febbraio 2021 - Il lockdown da coronavirus ammanta di malinconia anche le vecchie tradizioni, ma non le annienta. Sono forti come il vento di libeccio che quando vuole picchia duro, ma tempra, rinnova, fortifica. E così è anche per il culto del ponce, che va giù rovente di pari passo con il cacciucco, altro pezzo forte della livornesità doc. 

Niente apertura serale, perché così impongono le regole, ma al Bar Civili di Livorno il rito del ponce non si interrompe. Si perpetua di giorno, domenica esclusa, perché anche questa è Livorno e guai a chi la tocca.

"Centotrent'anni della nostra storia di famiglia non si buttano via neppure con il Covid - ci dice Carlo Fusco, degno erede della stirpe Civili -. Anche se tutto ora è più difficile, noi siamo sempre qui. E' la nostra vita, è il nostro essere. E non molliamo".

Dietro al banco del locale di via del Vigna 55, fra gagliardetti delle squadre di calcio e quadri originali di Renato Natali, Cafiero Filippelli e altri pittori macchiaioli, la macchina del caffè sputa vapore bollente e l'odore del rhum si mescola a quello del caffè, per nebulizzare le inquietudini della pandemia tuffandole nella scorza di limone, la "vela". Due cucchiaini di zucchero nel gottino di vetro e poi giù, "a bollore". Di fronte a noi, il poster della Nazionale italiana campione del mondo in Spagna nel 1982 scolpisce e cristallizza un altro ricordo: dietro ai giocatori in posa per la foto ufficiale prima della finale vinta contro la Germania, campeggia lo striscione "Forza Azzurri Bar Civili Livorno". Fu così che quello stendardo sulle gradinate di un tempio del calcio fece fare il giro del mondo anche a un altro luogo di culto laico: quello del ponce.

"Avremmo voluto celebrare il nostro anniversario dei 130 anni anni con una grande festa - spiega ancora Carlo - ma per ora non è possibile. Comunque l'appuntamento è soltanto rimandato. Vedrete che presto, appena questa maledizione del Covid sarà finita, organizzeremo un grande evento di cui si parlerà dappertutto".

Intanto gustiamoci un buon ponce. Qualcuno lo regge bene anche di mattinata.

Alessandro Antico