Guerra in porto, diplomazie al lavoro

Anche il vescovo Giusti intenderebbe entrare nell’agone alla ricerca di una via di pacificazione

Giuseppe Tarzia

Giuseppe Tarzia

Livorno, 3 gennaio 2019 - Almeno per il momento, in sede locale l’unico intervento istituzionale che chiede di calmare le acque e trovare una soluzione capace di non penalizzare le aspettative dell’armamento Grimaldi è stato quello del sindaco Nogarin. Ma il tema è sulla scrivania di Enrico Rossi, il presidente della Regione che si è sempre speso in prima persona sul porto livornese, e anche del vescovo Simone Giusti, che avrebbe ricevuto un amareggiato resoconto di quanto avvenuto negli ultimi tempi dal direttore del gruppo Grimaldi, Costantino Baldissara.

Non è noto il testo della nota, ma risulta che il vescovo Giusti intenderebbe entrare nell’agone alla ricerca di una via di pacificazione. E di difesa dei posti di lavoro sul porto, già sotto pressione per la crisi. Anche il presidente dell’Autorità di sistema portuale Stefano Corsini per il momento tace. Rientrerà a Livorno oggi, dopo una serie di incontri al Mit e anche per un comitato di gestione portuale che riprenda le file di quello “saltato” alla vigilia di Natale per l’arrivo della finanza a Palazzo Rosciano. Sull’interrogazione dei parlamentari di Fi contro il comandante del porto, ma nella quale si accusa anche lo stesso Corsini di “aver abdicato” alle sue prerogative decisionali, Corsini non si esprime se non con poche parole. «Sto rispondendo per scritto – ci ha detto – illustrando punto per punto quanto abbiamo fatto e stiamo facendo per i traffici portuali».

Chi invece ieri ci è andato giù durissimo è Enio Lorenzini, presidente dell’omonimo terminal multipurpose della sponda est della Darsena Toscana.

«L’attacco in parlamento al comandante del nostro porto – ci ha dichiarato – è inconcepibile e immeritato. L’ammiraglio Tarzia si è impegnato fin dal suo arrivo a Livorno per eliminare storture e disservizi, senza guardare in faccia nessuno e senza subire alcuna pressione. Dobbiamo alla sua azione – ha concluso – interventi decisivi come l’accelerazione dei dragaggi e dell’allargamento della strettoia al Marzocco, l’autorizzazione agli ingressi e uscite delle navi di notte, il ritocco a ribasso delle tariffe del rimorchio, la stessa battaglia per il ripristino del bacino di carenaggio e quelle per trovare soluzione al prossimo trasferimento della nautica dal Mediceo, per demolire le vecchie gru in avamporto, per la sicurezza e tante altre».

Antonio Fulvi