"Il porto è un far west": dipendenti Alp sul piede di guerra

Sindacati pronti alla mobilitazione: "No alla concorrenza sleale"

Una panoramica del porto di Livorno

Una panoramica del porto di Livorno

Livorno, 13 febbraio 2020 - “La situazione è drammatica, il porto è un far west’. Il grido di battaglia arriva direttamente dalla Filt Cgil e riguarda i lavoratori dell’agenzia per il lavoro in porto, la cosiddetta Alp. A sottolineare il tutto è il segretario generale Filt della provincia, Giuseppe Guicciardo, che ha sottolineato come, da sempre, il sindacato abbia denunciato le grandi concentrazioni di gruppi armatoriali come causa principale della crisi del sistema portuale nazionale e cittadino. “La nostra posizione - ha aggiunto Guicciardo - non è cambiata. Il fallimento di un sistema deve però essere ricercato in una concatenazione di cause”. I dipendenti dell’Agenzia per il lavoro nel porto di Livorno - unico soggetto all’interno dello scalo labronico autorizzato ex articolo 17 a fornire lavoro temporaneo per la gestione dei picchi di volumi di traffico – stanno vivendo da circa 6 mesi una situazione drammatica e non più sostenibile. “I turni di lavoro - recita la nota diffusa da Guicciardo - hanno infatti subito una drastica riduzione a causa del far-west presente in porto. Nel nostro scalo regna ormai la pura anarchia. Il preoccupante calo di verifiche ispettive – dovuto anche al riassetto dell’Ufficio del lavoro portuale effettuato dall’Autorità di sistema portuale - ha fatto abbassare la guardia e in molti se ne stanno approfittando. Il risultato è che le imprese ex articolo 16 ed ex articolo 18 ricorrono sempre di più al lavoro straordinario e che gli avviamenti al lavoro vengono sempre più spesso effettuati senza rispettare i riposi previsti dalla normativa. Per non parlare delle assunzioni a tempo determinato effettuate senza una reale verifica dei volumi di traffico. Tutto questo - prosegue la nota di Guicciardo - aggrava la crisi di un porto già in difficoltà a causa delle carenze infrastrutturali e innesca tensioni sociali tra i lavoratori. A subire le conseguenze più pesanti sono i circa sessanta dipendenti di Alp, ridotti quasi alla fame”. La Filt-Cgil denuncia quindi nuovamente con forza quanto sta avvenendo e preannuncia ulteriori iniziative a sostegno dei lavoratori di Alp. “Siamo pronti alla mobilitazione - conclude Guicciardo -. Oggi a pagare il conto più salato sono i lavoratori ex articolo 17: se però le imprese continueranno a competere slealmente sul costo del lavoro sarà l’intero sistema portuale a pagare le conseguenze di questa condotta spregiudicata”. P.B.