Portoferraio, allarme sanitari pendolari: "Turni aggiuntivi e doppie notti"

Appello del NurSind alla politica elbana: “Chi viene da fuori si deve pagare viaggio, vitto e alloggio. I sindaci si diano da fare, interventi per garantire condizioni dignitose ai sanitari pendolari”

Roberta Sassu

Roberta Sassu

Livorno, 29 ottobre 2022 – “Orari massacranti, turni aggiuntivi e doppie notti, in barba alla legge che disciplina i riposi compensativi tra un turno all’altro”. Il sindacato delle professioni infermieristiche lancia l’allarme, ribadendo che “non accennano a diminuire i disagi per gli operatori sanitari che lavorano all’ospedale di Portoferraio, sull’isola d’Elba”. La segretaria territoriale di Livorno, Roberta Sassu, chiede l’intervento delle istituzioni locali, a partire dai sindaci degli otto comuni dell’isola. Al centro del problema resta la difficile situazione dei lavoratori del presidio ospedaliero elbano. Difficoltà alle quali si aggiunge la difficile logistica dell’ospedale isolano: le condizioni di vita di chi decide di lavorare all’Elba - spiega dal sindacato delle professioni infermieristiche - sono peggiori rispetto a quelle dei colleghi del continente. “Chi viene da fuori - racconta Sassu - è costretto a pagarsi viaggio, pernottamento e vitto per i giorni nei quali lavora. I costi degli alloggi sono ingenti, soprattutto in alta stagione, e da aprile a ottobre è perfino difficile riuscire a trovare una sistemazione. Solo dopo la nostra recente battaglia sono stati messi a disposizione del personale infermieristico e Oss sei posti letto nella foresteria. Che spesso non sono sufficienti. Poi c’è la questione del pasto: la mensa ospedaliera è inagibile e ai dipendenti viene erogato un ticket che permette loro di mangiare in un bar del porto. Questo comporta due tipi di problemi: da una parte la scomodità di doversi spostare, dall’altra il fatto che i prodotti di un bar non possono certo sostituire un pasto completo, che è un diritto di ogni dipendente”. Secondo il sindacato è il momento che la politica elbana si impegni concretamente per garantire condizioni di lavoro dignitose al personale che lavora nell’ospedale di Portoferraio. “I sindaci - le parole di Sassu - dovrebbero lavorare tutti insieme per trovare soluzioni in grado di facilitare le condizioni del personale sanitario pendolare, a partire da alloggi in affitto a condizioni di favore. Se le istituzioni locali vogliono l’isola d’Elba con un ospedale funzionante, questo presidio deve avere al proprio interno professionisti in grado di lavorare in sicurezza e a condizioni pari a quelle dei colleghi del continente. Non si può pretendere che infermieri e Oss debbano spendere parte di ciò che guadagnano per lavorare. Come fanno i sindaci a non preoccuparsi? A dormire sonni tranquilli, vivendo su un’isola che spesso può contare, per quanto riguarda la rete territoriale, solo sui medici del 118 e del pronto soccorso, a causa della carenza ormai cronica di guardie mediche e guardie turistiche? Perché nessuno protesta con Asl e Regione per questa vergognosa situazione? E dire che l’Elba di ricchezza ne produce in abbondanza: basterebbe che un po’ del denaro che arriva grazie alla straordinaria vocazione turistica dell’isola venisse reinvestito nella sanità del territorio. Purtroppo fino a oggi la politica elbana, coi primi cittadini in testa, è rimasta muta ai nostri appelli. Meglio ha fatto Asl Toscana Ovest, che negli ultimi mesi è intervenuta ripristinando la foresteria, autorizzando l’assunzione di dieci persone tra infermieri e Oss e proponendo varie convenzioni per gli affitti al personale sanitario pendolare. Ora tocca alle istituzioni e alla politica: se ci siete, battete un colpo”.  

Maurizio Costanzo