Preso il mercante di morte che uccise Erika

Nella notte il blitz dei carabinieri in un appartamento di Livorno: arrestato lo spacciatore che fornì la droga-killer alla 19enne.

di Roberto Medici

È stato arrestato a Livorno dai carabinieri dei nuclei investigativi della città labronica e di Firenze lo spacciatore accusato di aver venduto ecstasy ad Erika Lucchesi, la 19enne livornese morta nell’ottobre dello scorso anno all’interno della discoteca Jaiss di Sovigliana, frazione del comune di Vinci al confine con Empoli, dopo aver accusato un improvviso malore, subito collegato all’assunzione di stupefacenti.

Le manette sono finite ai polsi di Emir Achour, un ventottenne di nazionalità tunisina, senza fissa dimora, sulle cui spalle pendeva un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, su richiesta del sostituto procuratore Fabio Di Vizio, per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti e morte in conseguenza di un altro delitto. L’uomo è stato rintracciato dai militari dell’Arma la notte scorsa in un appartamento nella zona della stazione centrale di Livorno, dove era ospite di alcuni connazionali che ignoravano fosse ricercato.

I carabinieri sono riusciti a localizzare il maghrebino al termine di una paziente attività di ricerca che si protraeva da mesi. Avuta la certezza che lo spacciatore si trovava all’interno dell’appartamento, i militari sono entrati in azione nel cuore della notte, anticipando un suo eventuale tentativo di fuga. L’uomo non ha opposto alcuna resistenza. Espletate le formalità di legge, è stato rinchiuso nel locale carcere circondariale delle Sughere a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il 28enne arrestato, identificato sì come Emir Achour ma che era stato identifictao in passato con altri due alias, avrebbe ceduto all’interno della discoteca Jaiss almeno quattro pasticche di ecstasy alla diciannovenne poco prima che la giovane fosse colta da malore. Altre cinque le avrebbe vendute a due amici di Erika.

Sempre in base alle indagini, quando Erika Lucchesi, a seguito dell’assunzione della droga, accusò il malore che la portò alla morte, il pusher, venuto a conoscenza del fatto, avrebbe regalato le pasticche che gli erano rimaste agli avventori del locale, in modo da uscire dalla discoteca senza lo stupefacente ed evitare problemi in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine. L’uomo, secondo quanto riferito anche dagli amici della diciannovenne che si trovavano con lei in discoteca, sarebbe stato uno spacciatore molto noto nell’ambiente.

Nell’inchiesta, insieme al tunisino, già indagato subito dopo la morte della diciannovenne ma irreperibile per mesi fino alla scorsa notte, sono indagati un amico della ragazza e la legale rappresentante della discoteca che venne immediatamente posta sortto sequestro dagli inquirenti.

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