Prevenzione più che repressione: ecco i punti

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Il Protocollo d’intesa sulla movida si applica "alle zone di intervento interessate dal fenomeno della movida – articolo 2 – dove talvolta si assiste a situazioni di grave pregiudizio del decoro urbano e della vivibilità urbana. Verranno individuate, in apposite planimetriemappe, le specifiche vie maggiormente interessate da situazioni critiche e da maggiore concentrazione di avventori, anche sulla base delle relazioni della Polizia Municipale". L’articolo 4 fissa gli impegni del Comune: "Oltre ad assicurare la prosecuzione dei progetti già in atto, si impegna a attivare progetti e iniziative di informazione e sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza dei giovani sulle conseguenze del consumo di alcool e a sostenere le capacità della comunità locale, nelle sue varie articolazioni, di comprendere in modo più approfondito il fenomeno del consumo di alcol e stupefacenti e intervenire in maniera più incisiva per modificare le abitudini rischiose dei giovani". Il Comune "intensificherà le attività e i servizi di vigilanza, controllo e prevenzione con riguardo alla repressione della vendita abusiva di alcolici e la sorveglianza per evitare sosta selvaggia".

Riguardo la vendita abusiva di alcolici Maristella Calgaro Presidente di Confesercenti ha dichiarato: "Bisognerebbe individuare con più rigore quali attività commerciali far aprire per evitare il proliferare di minimarket dove si vendono alcolici alcolici ai minorenni". Il direttore di Confcommercio Federico Pieragnoli: "Abusivi sono anche quegli esercenti che fanno pagare ai ragazzi una bevuta di superalcolici a 1 euro favorendone l’abuso".