Pronto soccorso, allarme per le violenze

Dopo l’ultimo caso di minaccia con una lametta, gli operatori chiedono maggiori tutele. Il posto di polizia ha solo funzioni d’ufficio

Pronto soccorso

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Livorno, 23 gennaio 2020 - E’ successo ancora. L’ultima aggressione al personale del pronto soccorso a Livorno risale alle prime ore della mattina di martedì. Come abbiamo riportato ieri in cronaca, un cittadino tunisino, in crisi di astinenza da sostanze stupefacenti, si è presentato per le necessarie cure, ma non soddisfatto delle terapie ricevute ha minacciato di morte il personale sanitario con una lametta da barba. Gli agenti per neutralizzarlo hanno usato lo spray al peperoncino. Su questo grave episodio interviene l’ingegnere Massimo Ughi, responsabile della sicurezza nei presidi ospedalieri della Usl Toscana Nord Ovest. Ma non c’è un posto fisso di polizia?. "C’è, ma è attivo solo di giorno. - ha risposto - Tuttavia la sua funzione è burocratico-amministrativa perché serve solo a registrare i referti. In caso di bisogno intervengono le volanti".

Tutte le aziende sanitarie toscane hanno vigilanti privati nei pronto soccorso. "Devono averli. Lo stabilisce la delibera regionale n. 1176 del 2018 che io stesso scrissi quando ero in Regione. Ora da appena una mese ho assunto l’incarico di responsabile della sicurezza per gli ospedali della Usl Toscana Nord Ovest". Anche l’ospedale di Livorno ha gli operatori della vigilanza privata. "Al pronto soccorso c’è un vigilante h 24. Ma in caso di emergenza non può intervenire fisicamente per bloccare una persona pericolosa che minaccia l’incolumità di operatori sanitari o pazienti. Per legge deve chiedere l’ausilio delle forze dell’ordine. Tuttavia i vigilanti seguono corsi di formazione per essere messi in grado di gestire le varie situazioni e certi soggetti che manifestano aggressività". Le aggressioni però sono sempre più frequenti. "Sia fisiche che verbali. O meglio: abbiamo formato il personale sanitario affinché sia in grado di individuare nei comportamenti degli utenti situazioni che riconducono non solo alle aggressioni fisiche, ma anche a quelle verbali.

Queste ultime stanno emergendo sempre più numerose dalle segnalazioni del dipendenti all’azienda. Cosa che prima non accadeva. Si salcola così che in media in ogni azienda Usl toscana, inclusa la Nord Ovest alla quale appartiene la provincia di Livorno, si registrano all’anno tra 70 e 80 aggressioni di tutti i tipi a scapito del personale". Perché accade? "In genere è cresciuta l’aggressività delle persone". Emilio Chierchia segreterio Uil sanità: "L’azienda ci deve tutelare, perché siamo indifesi e deve rivalersi per interruzioine di pubblico servizio contro chi compie le aggressioni. Io stesso fui aggredito al pronto soccorso, so di cosa parlo". Roberto Terreni per lo Spi- Cgil pensionati: "La maggior parte egli utenti nei pronto soccorso, - sottolinea Terreni - come in quello di Livorno, sono anziani spesso più vulnerabili di altri perché non autosufficienti. Non solo: anche donne e bambini. Servono soluzioni efficaci". Monica Dolciotti