Livorno, la testimonianza: "Odissea al pronto soccorso"

Paola Nucci racconta le lunghe attese della madre e di altri anziani

Paola Nucci: "Mia madre di 88 anni per tredici ore in attesa al pronto soccorso"

Paola Nucci: "Mia madre di 88 anni per tredici ore in attesa al pronto soccorso"

Livorno, 5 gennaio 2022 - "Sono difficili e drammatiche le condizioni degli anziani in attesa al pronto soccorso di Livorno, tanto più ora che con l’acuirsi dell’emergenza coronavirus, non possono essere affiancati dai loro familiari costretti a stare fuori in attesa di notizie. Mi è capitato con mia madre di 88 anni che consecutivamente il 23 dicembre e il 27 dicembre è finita al pronto soccorso, dove, nonostante le sue condizioni critiche, la prima volta è rimasta per 13 ore su una poltrona dalle 15 alle 3-30 della notte per poi essere dimessa senza una diagnosi. Così il 27 dicembre l’ho dovuta riportare in ambulanza al pronto soccorso dove, dopo tre giorni, è stata dimessa questa volta con una diagnosi: gastrite acuta e anemia per la quale le è stata fatta una trasfusione di sangue. Era anche disidratata". Questa è la testimonianza di Paola Nucci, dirigente locale e nazionale di Fratelli d’Italia.

"Al di là dell’impegno profuso dal personale del pronto soccorso di Livorno, sotto organico, questo reparto è al collasso. Ma non è una novità. Sono anni che Fratelli d’italiano lo denuncia, con i pazienti e le organizzazioni sindacali. La pandemia ha aggravato in maniera esponenziale questa situazione che definire drammatica è eufemistico". Prosegue Paola Nucci nel racconto della disavventura di sua madre. "Il 27 dicembre quando è stato necessario riportare mamma al pronto soccorso, ha trascorso un giorno e mezzo su una specie di poltrona mentre la sottopponevano ad accertamenti. Poi un altro giorno e mezzo su una lettiga in quella che chiamano ‘osservazione breve’,uno stanzone con promiscuità di casi, uomini e donne. Un girone infernale. Solo allora mamma è stata sottostante a colonscopia e gastroscopia. A quel punto le è stata diagnosticata la gastrite acuta". Dopodiché "è tornata a casa grazie al cielo". Ma Paola Nucci è stata testimone di altre cose nelle lunghe ore trascorse al pronto soccorso di Livorno il 23 dicembre.

"La notte il pronto soccorso ortopedico non è operativo. C’è un ortopedico reperibile - denuncia la Nucci - ma se hai la sfortuna di avere una frattura che non sia da opera con urgenza, ti rimandano a casa per tornare la mattina. Non va meglio però per il pronto soccorso pediatrico. Ho visto genitori con i bambini che piangevano e che dopo due o tre ore di attesa hanno preso e sono corsi al pronto soccorso dell’ospedale di Cisanello". Ma l’episodio più sconcertante "avvenuto sempre il 23 dicembre - conclude la Nucci - è accaduto nel pomeriggio di quel giorno ad un uomo che, dimesso, uscito dalla porta mentre aspettava i familiari per tornare a casa si è accasciato a terra svenuto. Subito chi era in sala d’attesa ha avvertito gli infermieri del servizio triage. Si sono sentiti rispondere che loro non potevano fare nulla. Bisognava chiamare un’ambulanza. Roba da non credere". 

Monica Dolciotti