Quando i nodi arrivano al pettine

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Luca

Filippi

La storia non si ferma davvero davanti a un portone, la storia entra dentro le stanze, le brucia, la storia dà torto e dà ragione. La perfetta sintesi di Francesco De Gregori descrive bene il momento che stiamo vivendo. Tranquilli per anni nella nostra routine di un mondo confortevole (mentre altri popoli facevano la fame), siamo esposti improvvisamente alla storia che entra nelle nostre vite quotidiane, prima con le terribili immagini di morte e di dolore della guerra in Ucraina e poi con la fiammata dei prezzi della benzina e del gas, per passare poi al rischio di razionamento. Non finisce qui, perché aver ignorato per lungo tempo gli allarmi sul cambiamento climatico, ci espone ora ai problemi della siccità, in quanto non siamo stati capaci neppure di fare dei semplici depositi o invasi.

La storia non si ferma davanti a un portone: ma che cosa significa? Dovremo accettare tutto e non c’è modo di reagire? No, possiamo fare anche noi le nostre scelte. Piombino ad esempio ha deciso di dire no al rigassificatore e lo ha motivato in modo ben chiaro. "La nostra idea di futuro è un’altra" hanno detto il sindaco e le forze politiche di tutti i partiti in consiglio comunale. La città non ha intenzione di sacrificarsi ancora sull’altare dell’emergenza nazionale. Però bisogna essere chiari e avere l’onestà intellettuale di riconoscere che uno sviluppo economico senza le fonti energetiche tradizionali non è così facile da mettere in pratica in poco tempo. Ci siamo abituati a vivere comodamente con climatizzatori in estate, acqua calda e termosifoni in inverno, auto sempre più potenti nelle quali ci sono decine di servocomandi. Tutto questo ha un costo, basso in passato, ora sempre più alto. E questo costo, in euro o sacrifici, lo dovremo pagare. Non basterà dire no.