Michela Berti Ieri era il 21 gennaio. Un giorno storico per la sinistra italiana e anche per Livorno. Perchè il 21 gennaio del 1921 al teatro Goldoni ci fu la scissione del Partito Socialista e la nascita del Partito Comunista. Un caso che, proprio ieri nella federazione del Pd in via Donnini, si siano tenute due conferenze stampa di candidati alla guida del partito che si è sempre dichiarato erede di quei valori. Poteva essere l’occasione di un ricordo ma nessuno dei due aspiranti segretari - Franchi al territoriale e Lamberti al comunale - hanno minimamente fatto riferimento alla data. Le conferenze stampa sono filate lisce, senza amarcord. E pensare in occasione della ricorrenza del centenario quando tutti i riflettori della stampa nazionale erano puntati su Livorno, ci furono cortei e fior di iniziative sponsorizzate dal Partito Democratico. Ieri niente, nemmeno un memo, se non il sorriso di Franchi "ah già, è vero" quando la cronista gli fa la domanda "ti ricordi che giorno è oggi?". Le date sono importanti, raccontano la storia, ma il Pd livornese - evidentemente - ora ne fa un uso del tutto strumentale. Date e colori fanno parte della storia. Di rosso ieri nelle conferenze stampa c’erano la cravatta di Lamberti - color amaranto Livorno - e il corno che si porta sempre dietro. Tutti e due guardano al domani, a quel congresso che porterà alle urne 1500 persone perchè nel 2023 si ha ancora paura del voto online. La storia è importante - ci insegnano a scuola - perchè è conoscendo il passato che si capisce il presente e si può evitare di ripetere certi errori in futuro. Una storia a volte scomoda, ma con la quale si devono fare i conti, che sia di cento anni fa o di ieri. Forse al Pd la memoria tornerà quando proverà a stringere alleanze con la sinistra se vuol restare alla guida dei comuni.