In carcere conoscono Vallanzasca e Maniero, una volta fuori fanno rapine a mano armata

Una banda di italiani si era specializzata in rapine a mano armata a banche commesse soprattutto durante le giornate di pioggia

Carabinieri mostrano le armi sottratte ai rapinatori

Carabinieri mostrano le armi sottratte ai rapinatori

Livorno, 28 novembre 2019 - Emuli di Renato Vallanzasca e Felice Maniero, che avevano conosciuto in carcere, una banda di italiani si era specializzata in rapine a mano armata a banche commesse soprattutto durante le giornate di pioggia. Ma l'ultimo tentato colpo non è andato a buon fine e i tre rapinatori sono stati arrestati dai carabinieri prima che assaltassero la filiale della Cassa di Risparmio di Lucca-Pisa- Livorno a Vicarello, frazione del comune di Collesalvetti.

Con l'operazione di servizio denominata "Big Brolly", per la predilezione degli arrestati a perpetrare le rapine in tempo di pioggia, sono finiti in carcere P.M., 67 anni, originario di Berra Ferrara, F.E., 38 anni, di Isola Capo Rizuto, e D.V., 67 anni di Framura (La Spezia). 

Lo scorso 22 novembre i carabinieri del nucleo investigativo di Livorno, con la collaborazione del nucleo investigativo del comando provinciale di Pisa, hanno arrestato i tre in flagranza per tentata rapina a mano armata. Era da tempo che gli investigatori avevano avviato un'attività d'indagine, coordinata dal procuratore livornese Ettore Squillace Greco, sul conto degli arrestati, pluripregiudicati con precedenti specifici per rapina ai danni di istituti di credito. 

In particolare, l'attenzione dei carabinieri era stata attratta, nei giorni precedenti, dalla ripetuta presenza dei tre nelle vicinanze della banca a Vicarello, rivelatisi poi veri e propri sopralluoghi, nonché dall'anomalo acquisto di calze da donna (l'atto dell'acquisto è stato filmato durante le indagini), che i tre avrebbero utilizzato per travisarsi il volto nel corso della progettata rapina.

Avuto il fondato sospetto che i tre malviventi avrebbero colpito, i carabinieri sono entrati in azione. Nella mattinata di venerdì 22 novembre, i tre banditi, giunti all'esterno della Cassa di Risparmio di Lucca-Pisa- Livorno a Vicarello, notata la presenza di un'unità specializzata dell'Arma, la cosiddetta Sos (acronimo che sta per Squadra Operativa di Supporto), solo momentaneamente hanno desistito da loro intenti. Dopo poco i tre tentavano nuovamente di portare a compimento la rapina ma ravvisando la persistente presenza dei carabinieri hanno poi rinunciato al loro progetto criminale. Il fastidio per la presenza dell'Arma è stato registrato dalle conversazioni intercettate immediatamente.

Le investigazioni hanno confermato che i tre erano pronti a colpire, avendo già individuato i compiti di ciascuno nell'azione criminale, come è emerso sempre dalle intercettazioni ambientali. Rapinatore 1: "Allora io sto dietro le casse, tu stai nell'ufficio del direttore, e te... va bè poi ci vado io, ci devo andare con lui, per far sbloccare il bancomat.. te magari stai con il personale, con i clienti"; rapinatore 3: "si ma non lì dentro, li metti in uno sgabuzzino, i cellulari, depositati..."; rapinatore 1: "no ma possono stare anche seduti e te ti metti dietro l'angolino dietro la porta"; rapinatore 3: "attenzione a quei orologi scuri che sono dei cellulari....".

A questo punto, i carabinieri sono intervenuti bloccando i tre una volta entrati all'interno di un garage, nella periferia di Pisa, che fungeva da covo. Perquisiti, i malviventi sono stati trovati in possesso di passamontagna, una maschera, calze di nylon, utilizzate per celere il volto, guanti in lattice, una riproduzione della pistola Glock calibro 8 e alcune targhe rubate.

I tre rapinatori sono stati così arrestati e condotti in carcere a Pisa, con le accuse, in concorso, di tentata rapina a mano armata, ricettazione e detenzione senza denuncia di munizioni per armi comuni da sparo. Il pm di turno della procura di Pisa, Sisto Restuccia, ha chiesto la convalida degli arresti al gip che ha accolto la richiesta in base al materiale probatorio raccolto, disponendo la custodia cautelare in carcere. I tre rapinatori, due dei quali con alle spalle una lunga storia carceraria (67 anni di età di cui 45 trascorsi tra le mura di una prigione), proprio mentre si avvicinavano alla banca raccontavano delle loro amicizie criminali, facendo riferimento a periodi di detenzione trascorsi con Renatino Vallanzasca, conosciuto nel super carcere di Novara, e con di Felice Maniero, il capo della mafia del Brenta.