Riapre la riabilitazione Covid, positivi non gravi all’ex ospedale di Campiglia

Una scelta dell'Asl dovuta alla situazione di emergenza

Un reparto Covid (Foto di repertorio)

Un reparto Covid (Foto di repertorio)

Campiglia (Livorno), 3 gennaio 2022 - L’Asl conferma la riapertura prevista per domani 4 gennaio, del reparto covid positivi all’ex ospedale di Campiglia. Una scelta dovuta alla situazione di emergenza, e presa "proprio per alleggerire le strutture ospedaliere, tenendo anche conto dei risultati estremamente positivi raggiunti dall’équipe del centro di Campiglia Marittima nella gestione clinico-assistenziale e riabilitativa dei pazienti covid positivi, 12 posti letto saranno nuovamente destinati a coloro che sono in dimissione dai reparti ospedalieri non ancora negativizzati e, soprattutto con bisogni riabilitativi. Ovviamene in caso di necessità e, su indicazione dell’unità di crisi aziendale, i posti letto potranno essere raddoppiati".

A Campiglia Marittima verranno assistiti i pazienti asintomatici o paucisintomatici, ormai stabili dal punto di vista clinico, "che si trovano in ospedale per altre ragioni (frattura di femore, ictus, ecc.) e quelli che, raggiunta la stabilità clinica, non sono in grado di rientrare a domicilio perché necessitano di un periodo di riabilitazione. Inoltre a Campiglia, grazie agli investimenti per lavori strutturali terminati nel 2021 potranno essere svolte in totale sicurezza tutte le attività, inclusa quella di riabilitazione ambulatoriale. Per il periodo emergenziale, sarà sospesa la degenza riabilitativa no-covid che verrà comunque garantita grazie alla collaborazione con le strutture private accreditate".

"Sebbene la pressione sulle terapie intensive sia minore rispetto al passato e i quadri più gravi, meno numerosi, siano quasi esclusivamente sviluppati da persone non-vaccinate, il numero di pazienti Covid ricoverati negli altri reparti sta diventando importante così come la casistica di persone fragili e disabili. L’istituzione dei primi 12 posti letto permetterà una più efficace  assistenza riducendo l’ospedalizzazione dei pazienti fragili, per i quali prolungare la permanenza nei reparti solo a causa della loro positività potrebbe causare un’ulteriore riduzione dell’autonomia", conslude l'Azienda sanitaria.