Dj in consolle e chef: la storia di Riccardo, con l'Elba nel cuore

Ebbe un grande successo negli Anni Ottanta

Riccardo Novi

Riccardo Novi

Portoferraio (Livorno), 19 giugno 2019 - Un disc jockey di successo, tra i più in voga in Toscana (e non solo) nei favolosi anni ‘80 che si trasforma in cuoco sopraffino seguendo la tradizione di famiglia. È la storia di Riccardo Novi, classe 1960, livornese doc con l’Elba nel cuore che dalla consolle che lo ha reso famoso con il nome di Ryvon dj – dove qualche volta ritorna per mitiche serate revival - è passato con lo stesso estro ed abilità ai fornelli diventando un apprezzato chef specializzato in piatti tipici della cucina elbana e labronica.

Come è nato Ryvon Dj?

«Ho cominciato nel 1977 come speaker a Radio Flash e poco dopo ho iniziato a lavorare anche in discoteca. Ho deciso di chiamarmi Ryvon che non è altro che Novi R al contrario, perché all’epoca andavano di moda i nomi stranieri. Per cinque anni sono stato il dj del Maroccone, ho messo dischi e i principali bagni di Livorno ed ho iniziato a girare la Toscana e l’Italia per varie serate. Mi cercavano tutti, soprattutto dopo che nel 1980 sono stato eletto miglior disc jockey d’Italia nel concorso lanciato dal settimanale Boy Music. Primo su 360 concorrenti aggiudicandomi, oltre ad un trofeo d’argento, una Renault 5 TL che per l’epoca era ...tanta roba! Ho smesso di fare il dj a tempo pieno nel 1990 quando mi è venuto il dubbio che invecchiando non potessi più sentirmi in sintonia con i ragazzi che venivano a ballare».

Cosa le resta di quel periodo?

«Tanta soddisfazione, tanti amici, tanti ricordi ed i dischi incisi che continuano incredibilmente ad avere successo nel tempo. Per caso ho scoperto che 20 anni dopo “I’m gonna dance” era ancora ai vertici delle hit parade dei brani anni 80 in Francia e in Polonia. E ho saputo che anche oggi i miei dischi continuano ad essere ascoltati e ballati in Messico».

Il passaggio ai fornelli come è avvenuto?

«Facevo l’agente di commercio. Un giorno sono arrivato a casa e di punto in bianco ho deciso di cambiare vita e di aprire un ristorante, la Fonte del Penitente a Montenero. Cucinare mi è sempre piaciuto. La passione me l’hanno tramandata i miei genitori che avevano un ristorante a Tirrenia. Ho cominciato a studiare e a perfezionarmi ed ho anche insegnato in una scuola alberghiera privata a Varazze. Nel 2009 sono arrivato per la prima volta all’Elba per lavorare facendo lo chef al Giardino degli aranci a Bagnaia. Poi sono rientrato a Livorno ed ho aperto il Primo Piano. Ho quindi lavorato per più di tre anni alla Barcaccina a Vada e lo scorso anno sono tornato all’Elba. Ora sono lo chef del ristorante "Il cacciucco” a Marina di Campo e mi trovo benissimo».

Perché ha scelto l’Elba?

«Ho quest’isola nel cuore. Ci venivo fin da bambino con la famiglia e con gli amici. Qui mi sento a casa mia. Mi piace il carattere degli elbani e l’isola mi piace molto anche d’inverno. Anzi la preferisco».

Lo chef oggi cosa propone?

«Cucina tradizionale elbana a base di pesce con qualche rivisitazione e qualche risvolto livornese. Il piatto principale è il vero cacciucco alla livornese, molto simile a quello elbano. Come primi piatti consiglio a tutti gli spaghetti vongole veraci, bottarga di muggine e ricotta sarda ed i ravioli di ricotta e arancia conditi con crema di crostacei».