Rifiuti-zero Livorno: "Quali sono i veri costi dell'inceneritore?"

L'intervento del comitato: "Il funzionamento dell'impianto comprende decine e decine di voci di spesa mensili, per centinaia di migliaia di euro"

Inceneritore di Livorno (Foto Novi)

Inceneritore di Livorno (Foto Novi)

Livorno, 29 gennaio 2023 - Sul tema dell'inceneritore registriamo l'intervento dell'associazione Rifiuti-zero Livorno, che pubblichiamo integralmente.

"Nel budget previsionale 2023 presentato al Comune a dicembre, Aamps ha quantificato un totale di 160.935 euro di maggiori costi per il funzionamento dell'inceneritore fino al 31 dicembre, due mesi in più rispetto alla naturale scadenza dell'autorizzazione ambientale, prevista per fine ottobre. Quindi lasciare acceso l'inceneritore costerebbe poco più di 80.467 euro al mese. Nessun altro costo in più, da sottrarre agli strombazzatissimi ed ipotetici ricavi, è stato dunque indicato nell'ipotesi di budget. Perché diciamo che questo è semplicemente impossibile? Basta andare sul sito web di Aamps, alla pagina Gare e contratti, per "scoprire" che il funzionamento dell'inceneritore comprende decine e decine di voci di spesa mensili, per centinaia di migliaia di euro".

"Solamente per la fornitura di bicarbonato - prosegue Rifiuti-zero -, uno dei tanti additivi chimici da aggiungere ai rifiuti per la combustione, Aamps spende circa 162.000 euro, IVA compresa, a trimestre. Significa che, per tenere acceso l'inceneritore due mesi in più, Aamps dovrebbe spendere 108.000 euro solamente per il bicarbonato, sui 160.935 euro dichiarati nel budget. Un altro esempio a caso: per smaltire in discarica le ceneri leggere prodotte dall'inceneritore, Aamps spende 1.243.272 ogni anno. Soldi della Tari che finiscono in buona parte alla società Greenthesis, ex Ambienthesis, risultata coinvolta nell'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano nel 2019, con l'accusa di finanziamento illecito al partito Fratelli d'Italia, stando alle notizie di stampa".

"Dunque, per tenere acceso due mesi in più l'inceneritore servono altri 207.212 euro - si legge ancora nella nota di Rifiuti-zero -. Facciamo ancora un esempio: per smaltire in discarica le ceneri pesanti e le scorie pericolose prodotte dall'inceneritore, Aamps spende 3.292.872 a biennio. Soldi della Tari che finiscono alla società Ireos, cioè quella che ha rilevato l'impianto Rari del gruppo Lonzi, finito al centro dell'inchiesta "Dangerous trash" della Direzione Distrettuale Antimafia toscana (ricordate l'intercettazione "non mi interessa se muoiono i bambini"?), cioè l'impianto che ha trattato per molti anni le ceneri dell'inceneritore Aamps e che Ireos vuole riaprire. È evidente, tra l'altro, che l'inceneritore non è affatto alternativo alla discarica, ma si limita a trasformare i rifiuti in scorie e ceneri pericolose che poi finiscono comunque in discarica, ma con una spesa molto più alta per i cittadini e con maggior danno ambientale. In ogni caso, per tenere acceso l'inceneritore due mesi in più servono altri 274.406 euro, che sommati ai 207.212 euro per smaltire le ceneri leggere ed ai 108.000 per la fornitura di bicarbonato formano una cifra di 589.618 euro. Una somma molto più alta rispetto ai 160mila euro dichiarati nel budget 2023, presentato a dicembre al Comune per proporre una proroga di attività dell'impianto".

"Noi abbiamo considerato solo 3 appalti a caso - continua il documento dell'associazione - , su decine di forniture, opere e servizi riguardanti l'inceneritore. Infatti, Aamps a luglio aveva ufficialmente dichiarato che l'inceneritore è costato 11 milioni di euro l'anno (a fronte dei 9 milioni di ricavi, da qui la perdita che ha dissanguato l'azienda e fatto schizzare in alto la tariffa negli ultimi 12 anni). Cioè l'inceneritore è costato più di 900mila euro al mese: quasi due milioni di euro a bimestre, altro che 160mila euro! Se a dicembre sono stati presentati dati non corretti, che hanno contribuito ad una narrazione distorta sull'inceneritore, che poi rischia di orientare scelte politiche e investimenti pubblici in senso contrario rispetto ad una gestione efficiente e virtuosa, allora come minimo i responsabili dovrebbero essere individuati e rimossi dai loro incarichi".

"Altrimenti - conclude Rifiuti-zero -, l'azienda ha il dovere di spiegare pubblicamente come mai oltre 900mila euro di spese mensili per l'inceneritore si sono improvvisamente ridotte a sole 80mila euro, proprio quando si tratta di decidere se chiudere l'impianto oppure no.

Rifiuti-zero Livorno allega al documento alcuni link sugli appalti Aamps:

https://www.aamps.livorno.it/web/wp-content/uploads/2022/11/PRV-159-SOLVAY-fornitura-bicarbonato.pdf

https://www.aamps.livorno.it/web/wp-content/uploads/2022/11/PRV-139-RTI-GREENTHESIS_Settentrionale-trasporto-trattamento-ceneri-leggere.pdf

https://www.aamps.livorno.it/web/wp-content/uploads/2022/04/PRV-13-RTI-IREOS_RAT-trasp.-e-avvio-a-recupero-ceneri-e-scorie-TVR.pdf