Rigassificatore, come e dove sarà

Il progetto non è stato ancora presentato ufficialmente ma trapelano alcuni particolari di questo impianto

Il progetto del rigassificatore a Piombino non è stato ancora presentato ufficialmente, ma si cominciano a conoscere alcuni particolari. E’ stato l’assessore Giuliano Parodi che dopo l’incontro pubblico al Centro Giovani i Piombino ha fornito alcuni elementi che la società Snam, incaricata del progetto, ha fatto presenti all’amministrazione comunale. "Queste in sintesi le informazioni fornite da Snam – spiega Parodi – così da avere elementi ulteriori per formarsi un opinione sul quadro delle criticità dell’operazione".

L’ipotesi pressa in esame è quella di una nave rigassificatrice ormeggiata in maniera stabile per 23 anni banchina nord con fondale a -20 metri (quella in concessione alla Pim) a cui si affianca una volta a settimana nave con Gnl per trasbordo gas liquido (48 ore per completare la manovra).

Dalla banchina Pim verrebbe poi realizzato gasdotto (8,5 km) fino al punto di innesto con la cabina della rete nazionale gas. la tubazione verrebbe realizzata tutta sottotraccia (57 metri profondità), una condotta in parte con tubi da 48 polllici e poi con 2 tubi paralleli da 26 pollici, quaste soluzione sarebbe la prescelta per utilizzare il materiale disponibile e fare più velocemente, infatti si prevede l’entrata in azione del rigassificatore nel marzo 2023 o anche prima, se possibile. Già oggi (aprile) l’Italia ha dimezzato le importazioni di gas dalla Russia in modo da ridurre la dipendenza da Mosca, presto si prevede che le importazioni arrivino a zero, compensate dai nuovi accordi siglati in varie parti del mondo e dai i rigassificatori.

La nave userà sistema di raffreddamento open-loop con rilascio in mare dell’acqua usata per il raffredamento.

Due aspetti critici del ciclo di rigassificazione sono legati alla reimmissione delle acque raffreddate in natura (il GNL è a -160 °C) e alla necessità di immettere grandi quantitativi di cloro, che confluirà in natura, per impedire la naturale colonizzazione delle tubature da parte di alghe ed altri esseri viventi.

Le distanze. Per la sicurezza principalmente entro un raggio di 250 metri dalle bocchette di innesto (circa metà nave) sono vietate le operazioni a fiamme libere, per il resto entro quel raggio e fuori nessuna altra Inibizione a lavorazioni o movimenti. Quindi la maggior parte delle attività portuali non avrebbe ricadute negative.

Si sta avorando anche ad ipotesi impianto Off-Shore da installarsi a circa 3 miglia dalla costa (5,5 km) con condotta sottomarina fino al punto di innesto mareterra, naturalmente l’ipotesi off shore avrà un procedimento autorizzato lungo essendo un impianto fisso in mare.

m.p.