Rigassificatore, coro di "no" La folla in piazza Bovio

In testa i sindaci della Val di Cornia che si sono schierati con i manifestanti. La rivolta dei cittadini per questo impianto che non vogliono nel loro porto

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La piazza che qualche anno fa era piena di gente per dire no allo spegnimento dell’altoforno, ieri ha ospitato la manifestazione contro il progetto del rigassificatore a Piombino. Duemila persone si sono ritrovate in piazza Bovio mentre decine di barche si erano date appuntamento nel mare sotto la punta della Rocchetta. Insieme ai cittadini del Comitato del No al rigassificatore i sindaci Francesco Ferrari di Piombino, Alberta Ticciati di Campiglia, Paolo Riccucci di San Vincenzo, Jessica Pasquini di Suvereto, Andrea Benini di Follonica. I primi cittadini hanno spiegato i motivi per cui sono contrari al progetto e così hanno fatto gli esponenti del comitato. La sindaca Alberta Ticciati è stata contestata da una parte della piazza nonostante abbia affermato il suo no al progetto, mugugni anche nei confronti del sindaco di San Vincenzo Paolo Riccucci quando ha spiegato che occorre far capire al commissario Eugenio Giani le necessità del territorio e i motivi del no. Applausi invece per il sindaco Francesco Ferrari che è apparso l’amministratore più in sintonia con il comitato del No.

Come ha sottolineato il sindaco di Follonica Benini, al di là del no, dal punto di vista pratico l’opposizione al rigassificatore si fa seguendo le procedure e quindi visto che ci saranno dei passaggi tecnici per quanto riguarda le misure di sicurezza e l’impatto ambientale, i Comuni del territorio devono lavorare tutti insieme per far emergere le criticità del progetto e quindi evitare la sua definitiva approvazione.

Dal punto di vista ambientale si teme che il cloro usato nelle operazioni di rigassificazione possa inquinare il mare e quindi danneggiare le attività di itticoltura, ma non si conoscono nel dettaglio le quantità di cloro che verranno rilasciate e il loro impatto. Così come dal punto di vista della sicurezza le norme sono diverse per un rigassificatore ormeggiato in un porto rispetto a un impianto in mare aperto. Le distanze di sicurezza dalla nave ormeggiata in porto sono di 300 metri e non di otto chilometri come affermato da qualcuno, una differenza enorme che cambia completamente il quadro.