Piombino, il corteo contro il rigassificatore

Migliaia di persone sfilano in città

Piombino (Livorno), 20 ottobre 2022 - "Siamo più di 3mila, questa è la risposta dei piombinesi contro l'arroganza del commissario Giani che non ci ha voluto incontrare. Giani dimettiti. Piombino non molla, Giani faccia quel che vuole, giù le mani dalla nostra città". È il messaggio lanciato dai manifestanti che oggi a Piombino protestano contro il progetto del rigassificatore nel porto cittadino che venerdì a Firenze nella sede della Regione Toscana, potrebbe ricevere il via libera dalla conferenza dei servizi. Poi, entro il 27 ottobre il presidente della Regione Toscana, e commissario straordinario per l'opera, Eugenio Giani sarà chiamato a esprimersi sull'autorizzazione all'impianto.

Il corteo di Piombino
Il corteo di Piombino

"Erano anni che una manifestazione del genere non si vedeva in città - dicono i comitati anti rigassificatore da un improvvisato palco durante il comizio finale della manifestazione, mentre la gente in corteo grida 'Se la nave arriverà bloccheremo la città -. È una manifestazione trasversale, qui c'è l'anima di Piombino, e i politici non hanno capito niente. Non ci fermeremo qui, la nostra è una risposta alla Regione e al Governo".

Tanti i negozi che hanno esposto cartelli contro il rigassificatore e abbassato le saracinesche al passaggio del corteo.

"Qualche giorno fa a Piombino c'è stato un convegno importante dove non ha parlato la politica, hanno parlato i tecnici dell'amministrazione comunale che hanno esposto le ragioni oggettive, tecniche, giuridiche e scientifiche per cui possiamo e dobbiamo ritenere l'ipotesi della nave all'interno del porto come sbagliata. Ed è proprio il convegno a rappresentare il contenuto, preciso, puntuale, invalicabile, del Comune di Piombino e della città di Piombino", dice il sindaco Francesco Ferrari (Fdi), accolto tra gli applausi, intervenendo alla manifestazione contro il progetto del rigassificatore nel porto Ferrari ha sottolineato che "quei tecnici di altissimo profilo nazionale hanno spiegato in parole comprensibili le tante ragioni per cui l'opera è insicura per l'incolumità pubblica, dannosa per la salute, per l'ambiente, e quindi conseguentemente dannosa anche per il rilancio economico dell'intero territorio".

"Quest'opera pregiudica il rilancio che vogliamo fare tutti insieme - ha aggiunto -. È un'opera pericolosa che blocca il porto per tre anni e nove mesi, che frena il rilancio in chiave turistica. Dobbiamo accendere i riflettori del governo, non per chiedere l'ennesimo sacrificio di Piombino ma per il rilancio e le bonifiche, quelle vere".