Risarcite per la morte dei loro cari le famiglie ex dipendenti Fincantieri

Anche Livorno ha pagato un alto prezzo, in termini di vite umane, all’impiego dell’amianto nei cantieri navali durato fino agli anni Novanta. All’ex Cantiere Navale Fratelli Orlando, all’epoca di Fincantieri, hanno lavorato quattro operai: Carlo Tramonti, Gilberto Sargenti, Ivano Pellegrini, Nedo Lippi, tutti deceduti tra il 2002 e il 2005 per patologie correlate all’esposizione all’amianto. A distanza di tempo, dopo avere intentato un’azione risarcitoria, i loro familiari sono stati risarciti per la scomparsa dei loro cari morti in età compresa tra i 50 e i 55 anni. "Quelle morti non potevano e non dovevano essere dimenticate, come spesso accade per le morti sul lavoro" pensò ad un certo punto un gruppo di ex dipendenti del Cantiere Navale. Perciò nello storico Circolo Arena Astra nel 2009 istituirono una commissione di lavoro per affrontare il problema delle morti per amianto a Livorno. Si procedette poi con il patrocinio dell’avvocato Giacomo Pasquinucci, ad avviare alla fine del 2009 una vertenza contro Fincantieri "responsabile delle attività lavorative nel Cantiere fino al 1995" fu sottolineato nell’azione legale per ottenere un risarcimento per il danno subito dai familiari dei lavoratori morti. Dopo la prima udienza davanti al giudice del lavoro del Tribunale di Livorno Jaqueline Monica Magi, nel 2011 Fincantieri "per non impegnarsi – commentarono i promotori dell’iniziativa – in una causa che avrebbe perso" propose ai familiari dei lavoratori deceduti una transazione per liquidare subito la vertenza. Questo precedente ha aperto le porte ad ulteriori azioni risarcitorie di familiari che hanno visto morire i loro cari per l’amianto.

M.D.