"Salvato dal plasma, l’Asl mi ha ignorato"

Il paziente elbano al centro del caso racconta la sua vicenda: "Non mi hanno neppure interpellato"

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"Leggo con stupore la nota dell’Azienda Asl Toscana nord ovest mirata soprattutto a difendere la propria immagine sostenendo con toni elegiaci loperato dei propri operatori durante la pandemia". Così Marcello Bonistalli, il paziente elbano che è stato curato con il plasma iperimmune dopo gravi problemi legati al covid, una cura somministrata dal medico dell’ospedale di Portoferraio e, secondo quando riportato, osteggiata da alcuni medici Asl in posizione di vertice . " Leggo che il tutto avviene – compreso il mio caso – nella piena sintonia tra medici e specialisti. Sarebbe stato bello però se, oltre a sentire il parere dei vostri professionisti, qualcuno di voi, ivi compresi i medici che tanto vi affannate a difendere, aveste anche solo provato ad interpellare me – afferma Binistalli – che grazie alle negligenze di molti ho quasi rischiato di morire". "É inaccettabile – continia Bonistalli rispondendo alla nota Asl che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi – che diciate ora che il paziente è stato preso in carico; citando il pronto soccorso e il laboratorio analisi, quando è stato proprio il pronto soccorso, da voi accusato ed ostacolato con e- mail e telefonate, a sostituire le mancanze di cui sono stato oggetto. Leggo poi che mi era stato proposto il ricovero al reparto di malattie infettive dell’ospedale di Livorno, ma vorrei sapere quando? nonostante le nostre continue e disperate richieste di cure non sono mai sono stato ricoverato a Livorno o altrove come tanti altri pazienti gravi che la ASL si gloria di aver trasferito. È stato anche affermato che non avrei avuto beneficio né dai farmaci antivirali né dai monoclonali tanto è vero che nessuno di questi farmaci mi sono stati mai proposti, né prescritti né tanto meno somministrati. L’interessamento proattivo del dottor Sani, è stato quando il 27 aprile mi ha cercato tramite mia moglie, non aveva neppure avuto l’accortezza di appuntarsi il mio numero, e lo ha fatto solo per attaccarci pesantemente dopo aver saputo della trasfusione di plasma del giorno precedente, che invece mi ha strappato a morte certa curando i sintomi e la polmonite bilaterale ormai in stato avanzato. Vorrei mettervi al corrente che prima di allora non mi era mai stata fatta alcuna TAC, se non quella che mi sono dovuto pagare in clinica privata poiché il medico di famiglia a fine febbraio mi giudicava in via di guarigione e non riteneva necessaria alcuna indagine ulteriore. Inoltre, come già detto né monoclonali né antivirali mi sono mai da voi stati prescritti: o meglio dal reparto di ematologia di Pisa, dove sono seguito per la mia malattia, era stata segnalata la necessità ed urgenza di somministrazione di tali monoclonali, i quali purtroppo risultavano “non disponibili”, così mi è stato riferito dal mio medico di famiglia. Erano tutti quanti al corrente che avessi febbre alta e tosse fissa da gennaio: le cure a me somministrate sono state solo a tentativi, spesso iniziate e poi sospese. Tutto fatto a distanza senza mai aver ricevuto una vera visita medica, monitoraggio o supervisione, salvo una visita multifunzionale del 7 marzo. Vorrei sottolineare che tali scelte e lunghe attese hanno complicato e aggravato la mia già fragile situazione clinica". Seguirò con attenzione – conclude Bonistalli – l’evolversi della vicenda e le conclusioni dell’indagine interna avviata dall’Asl".