Livorno, Kayser lancia in orbita quattro esperimenti per AstroSamantha

L’azienda livornese guidata da Zolesi ha raggiunto quota 86 missioni nello spazio e l’obiettivo sono i viaggi su Marte

Il team di Kayser per il progetto Prometeo con la project manager Elisa Carrubba

Il team di Kayser per il progetto Prometeo con la project manager Elisa Carrubba

Livorno, 12 giugno 2022 - La corsa alla conquista dello Spazio è fatta di tappe, pit stop e fallimenti che si trasformano in successi grazie alla ricerca. Se siamo sempre più vicini al decollo di navicelle con passeggeri umani a bordo, proiettate verso altri corpi celesti in primis Marte, lo dobbiamo al lavoro di aziende come la Kayser Italia, l’impresa livornese che dal 1986 partecipa in maniera continuativa alle missioni sulla Stazione Spaziale Internazionale. L’astronauta Samantha Cristoforetti, ora in orbita, si occuperà di portare a termine 4 esperimenti progettati proprio a Livorno.

"La nostra azienda è votata alla comprensione e all’esplorazione spaziale – spiega David Zolesi, presidente di Kayser – Lavorano con noi 74 persone e c’è una buona presenza femminile. Ci dedichiamo alla progettazione e costruzione di apparati per satelliti o in grado di realizzare esperimenti di microgravità, come quelli sulla ISS. Abbiamo raggiunto le 86 missioni, con la realizzazione di oltre 100 tipologie di strumenti. Durante la permanenza a bordo della stazione spaziale internazionale della Cristoforetti, verranno eseguiti 4 esperimenti realizzati da noi". Il primo si chiama “Suture in space“, costituito da pelle e nervi con una ferita inferta e una sutura: "Servirà a capire come avvenga la cicatrizzazione in assenza di gravità – spiega Zolesi - E ci permetterà di sviluppare tecniche e farmaci per una migliore cicatrizzazione su pazienti terrestri. Ovviamente, sarà utile anche in previsione dei viaggi dell’uomo su altri pianeti, come Marte: in 500 giorni, tra andata e ritorno con permanenza sul corpo celeste, è possibile che vi siano esigenze di questo tipo".

L’altro esperimento è “Biofilm“, che studia le proprietà macrobiotiche di varie tipologie di materiali. "Scopriremo in che modo proliferano i batteri su superfici metalliche o in ambienti liquidi, in caso di gravità quasi zero o comunque molto bassa - aggiunge il presidente di Kayser - Un bioreattore si occuperà di idratare in modo automatico i campioni di batteri e sarà attivato da AstroSamantha".

Come detto, per la Cristoforetti ci sono altri due esperimenti sviluppati dalla Kayser: sono “Prometeo“ (“Antioxidant Protection”) e “Nutriss“. Di entrambi, la responsabile del progetto è l’ingegner Elisa Carrubba, mentre i project manager di Suture e Biofilm sono rispettivamente Aleandro Norfini e Alessandra Tortora. "Prometeo, che “salirà” a bordo della ISS in agosto, è un esperimento di biologia che punta a comprendere come contrastare lo stress ossidativo che sta dietro a certe patologie neurodegenerative - dice Carrubba - Una volta inserito nell’incubatore, l’esperimento si attiva secondo una certas timeline. Le cellule poi tornano a terra, pronte per essere esaminate. Mentre Nutriss ci serve per capire quale sia la dieta migliore per l’astronauta, seguito da terra da scienziati che analizzano i dati relativi alla composizione corporea e al rapporto tra massa grassa e magra. In assenza di gravità, infatti, si deve contrastare l’indebolimento muscolare. Sia con l’attività fisica che, appunto, con l’alimentazione".