Scandalo latte, assolti i pediatri

Crolla l’accusa di corruzione attraverso benefit di vario tipo

Nursery (foto di repertorio)

Nursery (foto di repertorio)

Pisa, 13 marzo 2018 - Fuori dall’auletta del gip, esplode l’esultanza. Nessuno va a processo. "Non luogo a procedere". Lo scandalo del latte, iniziato nel novembre 2014 con una serie di arresti e molto clamore, è finito, al momento, davvero in polvere. Un caso, quello dei «medici low cost» che aveva avuto molta risonanza con un’operazione dei Nas di Livorno e, all’inizio, 23 persone indagate fra pediatri di mezza Toscana, informatori farmaceutici e agenti di viaggi.    Una valanga di reazioni politiche e anche alcune sospensioni dal lavoro. Ieri, è stato il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Pisa, Pietro Murano, a mettere un primo punto fermo alla vicenda con una sentenza che ha sorpreso. L’accusa, per la parte sanitaria era di corruzione, mentre ai due operatori delle agenzie di viaggio, gli unici tra l’altro rinviati a giudizio, si contestano reati fiscali. Il gup si è preso 90 giorni per le motivazioni. In pratica, per la Procura (pubblico ministero Giovanni Porpora) che valuterà se fare poi ricorso, i medici avrebbero caldeggiato alle mamme per i loro bambini l’uso di alcune marche di latte artificiale, anziché quello materno, in cambio di viaggi e di benefit (computer, telefonini ed elettrodomestici) ricevuti dalle aziende produttrici.

Tutto decaduto, per ora. Quattro anni fa quando la storia esplose alcune mamme erano arrivate a fondare gruppi facebook in difesa dei medici. Non luogo a procedere per Michele Masini, nato a Bologna e dirigente di un’azienda farmaceutica, gli informatori Dario Boldrini e Valter Gandini di Pisa, Vincenzo Ruotolo di Grottammare, Gianni Panessa di Livorno, Giuliano Biagi di Massa, Fabio Moretti di Chianni, Marco Granchi di Pontedera, Renato Domenico Cicchiello di Livorno, Gian Piero Cassano di Lido di Camaiore, Marco Marsili di Piombino, Luca Burchi di Volterra, Amerigo Celandroni, ex primario a Pontedera, Alberto Colombini di Grosseto, Giovanni Lenzi di Grosseto e Donella Prosperi di Cascina. «Il fatto non sussiste». Per Patrizia Ulivieri il reato si è estinto con la sua morte, avvenuta nel frattempo.

Due le sentenze di assoluzione per i due pediatri Maurizio Petri di Cascina e Claudio Ghionzoli di Pisa il cui rito abbreviato era stato chiesto a ottobre e discusso ieri. Il pm aveva chiesto per il primo 2 anni e 8 mesi e tre per il secondo. Dopo una breve camera di consiglio, è arrivato il verdetto atteso da un pool di penalisti pisani e non solo che ha poi festeggiato l’esito dopo anni di battaglie. C’è poi un filone livornese della vicenda che è ancora in corso. Ma quanto è successo ieri potrebbe essere determinante anche per le decisioni che saranno prese nella Città dei Quattro Mori.