"Se un giorno scoppiasse in Italia..."

Timori e considerazioni sul futuro dei ragazzi. Sentimenti . contrastanti

Clarissa, speranzosa scrive: "Mi piacerebbe molto se la mia famiglia ospitasse una bambina ucraina, perché ho sempre voluto una sorella…ovviamente non posso sceglierla, ma se fosse femmina e avesse la mia età, diventeremmo sicuramente buone amiche, potremmo andare a scuole insieme e condividere gli stessi interessi". Lorenzo, che è previdente, scrive "Se un giorno scoppiasse una guerra in Italia, a chiunque piacerebbe emigrare in un altro Paese ed essere accolti in una casa, con un pasto caldo e penso quindi che, se oggi faccio un’opera buona, potrei riceverla domani da qualcun’altro".

Ciò che emerge è sicuramente un’apertura incondizionata al tema dell’accoglienza. Volendo tirare le somme, da questo sondaggio condotto tra ragazzi, appare evidente come sia il loro ben radicato il concetto di cittadini globali, in cui gli effetti di “cause” che vengono da lontano, si ripercuotono inesorabilmente su tutti. Questi ragazzi, futuri cittadini, così provati negli ultimi anni, cruciali nella loro crescita, si trovano davanti a un bivio: scegliere tra disillusione e immobilità o reazione e progresso. Le nostre speranze di adulti, sono nelle loro mani.