"Se volete farmi vedere i problemi di sicurezza dei quartieri, chiamatemi"

Il questore Massucci non ama stare dietro la scrivania: "Abbiamo aperto un confronto anche con le comunità straniere"

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di Michela Berti

"Faccio spesso passeggiate nei quartieri, a piedi o in bicicletta, per verificare personalmente le cose che mi vengono attenzionate". Il questo Roberto Massucci non ama stare seduto dietro la scrivania, preferisce toccare con mano le fragilità della città che deve proteggere. "Mi muovo da solo, senza che nessuno lo sappia – racconta – poi il lunedì faccio riunione per mirare i servizi. A questo si uniscono le attivazioni, come l’intervista fatta a Antonio Morozzi da La Nazione. L’ho convocato e abbiamo fatto questa passegiata in Borgo, rispetto alla quale i miei hanno già fatto verifiche e servizi. Ora stiamo lavorando sul quartiere con una consapevolezza maggiore". Il sopralluogo, al quale ha preso parte anche l’assessore al commercio Rocco Garufo, ha permesso di parlare con le persone e capire quali sono le cose che i cittadini avvertono come un problema. In passato sindaco e questore insieme a Shangai e Corea, a dimostrazione di un rapporto stretto con l’amministrazione. "Questo non si significa – continua Massucci – che risolviamo i problemi con la bacchetta magica ma che prendiamo consapevolezza piena di quelle che sono le problematiche del territorio". In Borgo ci sono molti problemi, sofferenze soprattutto nel settore del commercio. "Il fatto che vediamo i bei disegni di Morozzi sulle saracinesche, dimostra che sono chiuse e questo è un problema. Verso Porta a Mare c’è una vitalità maggiore. Con l’apertura dell’area dove oggi ci sono i cantieri il quartiere cambierà faccia. La zona è comunque attenzionata perchè, di notte, ci sono persone che vanno a comprare droga trovando qui i banditi che la vendono". Il questore lancia anche un invito: "Sono disponibile a andare nei quartieri dai cittadini che vorranno presentarmi certe situazioni, senza però fare allarmismi inutili perchè questi servono a poco". C’è un’umanità che parcheggia sul marciapiede, che sporca le strade, e che compra la droga. "Per noi - spiega – è prezioso capire quali sono le priorità e fare i servizi per rassicurare la gente". E’ partito, da tempo, un progetto di confronto con le comunità straniere. "E’ importante spiegare i comportamenti che, chi proviene da altre culture, devono tenere quando arrivano nella nostra città".

Se stare seduti sul marciapiede a bere birra di notte può essere un’abitudine altrove, non lo è nelle nostre città. "Chi viene da altri paese per aderire al progetto di accoglienza deve comprendere certe modalità ed evitare certi comportamenti che non sono reati ma diventano motivo di rifiuto. Questo fenomeno, anche a Livorno, è presente. Questo mi ha portato a dare all’ufficio stranieri un taglio di inclusione, aprendo un dialogo con le comunità straniere per lavorare con chi viene a Livorno e spiegare quali sono le nostre usanze".