Sindaci di centrodestra divisi sulla cittadinanza a Segre

Conti (Lega) propone la cittadinanza onoraria di Pisa. A Piombino Ferrari (FdI) definisce l'ipotesi "una provocazione". Poi invita la senatrice alla Giornata della Memoria

La senatrice Liliana Segre

La senatrice Liliana Segre

Firenze, 11 novembre 2019 - Due sindaci toscani l'un contro l'altro, anche se a distanza, sulla figura di Liliana Segre. Michele Conti, primo cittadino di Pisa ha annunciato che proporrà al consiglio comunale di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Il sindaco di Piombino Francesco Ferrari (sostenuto dal centrodestra alle ultime amministrative) ha detto no a una mozione di Rifondazione comunista sulla cittadinanza a Segre, definendola una «richiesta provocatoria». Conti ha deciso di proporre la cittadinanza onoraria a Segre «non solo per onorare la storia personale della senatrice, simbolo delle atroci sofferenze di un popolo intero che anche a Pisa ha ancora oggi una comunità forte e coesa, ma anche perché le istituzioni devono essere in prima linea su tutto quello che si può fare ancora, e che va fatto, sul tema della lotta all'antisemitismo. Pisa in particolare si deve Impegnare in modo deciso su questo argomento, poiché il nome della nostra città, seppur per una casualità della storia, è purtroppo legato alla firma delle leggi razziali che il Re Vittorio Emanuele promulgava dalla residenza di San Rossore

In Toscana anche il Comune di Pieve a Nievole, in provincia di Pistoia,  attiverà le procedure formali per  conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita.

Al gesto del leghista Conti si contrappone da Piombino quello di Francesco Ferrari. «La lotta contro l'odio, il razzismo e l'antisemitismo è un tema che mi sta a cuore come persona e come cittadino prima ancora che come sindaco: per questo il mio è un no alla strumentalizzazione della sua vita e del suo percorso per meri fini politici e non alla proposta di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre», ha dichiarato il primo cittadino della città portuale. poi ha aggiunto: "Premesso che sarà il consiglio comunale a decidere e che i consiglieri di maggioranza hanno tutto il diritto di esprimersi liberamente sul tema  - sottolinea  Ferrari - credo che la senatrice Segre, alla luce di quello che ha subìto e del coraggio e la forza dimostrati in questi anni passati a testimoniare l'orrore dell'Olocausto, meritino molto di più di una cittadinanza onoraria. Proprio per il profondo rispetto che tutta l'amministrazione ha nei confronti della senatrice, l'abbiamo invitata a celebrare la Giornata della memoria, che ricorre il 27 gennaio, a Piombino per portare la sua testimonianza e contribuire alla nostra lotta contro ogni forma d'odio. Credo molto più utile un momento d'incontro e di dialogo sia con la senatrice, se vorrà, che con i rappresentanti della comunità ebraica».

«Che in una città come Piombino, medaglia d'oro al Valor Militare per una delle prime battaglie della Resistenza contro i nazisti il sindaco di Fdi si metta ad urlare, come ha fatto ieri, che la proposta della cittadinanza onoraria a Liliana Segre è una provocazione, dà l'idea di come siamo messi in questo Paese». Così in una nota Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu. «Parole banali ma al contempo terribili, - prosegue il parlamentare di Leu - che evidentemente nascondono semplicemente la nostalgia mai dimenticata per il Ventennio. Una ragione in più per sostenere la proposta dell'opposizione di sinistra in quella città contro chi vuole offuscare la Memoria del nostro passato. A questo punto però forse sarebbe opportuno e giusto che invece di Fratelli d'Italia si chiamassero Fascisti d'Italia».

«Rimango stupito, in ogni caso - conclude a stretto giro Ferrari - davanti alla reazione di un parlamentare che mai è intervenuto finora riguardo i problemi di Piombino, vedi la questione ambientale o quella occupazionale, e improvvisamente s'interessa a tale vicenda. Evidentemente, è più semplice intervenire quando non ci sono soluzioni da trovare ma solamente posizioni politiche da assumere».