Sei nuove pietre d'inciampo a Livorno. Ecco dove

Tre giorni di iniziative della Comunità di Sant'Egidio nele scuole e con le "stolpersteine"

Memoria della deportazione degli Ebrei di Livorno. 3 giorni di iniziative con Sant'Egidio

Memoria della deportazione degli Ebrei di Livorno. 3 giorni di iniziative con Sant'Egidio

Livorno, 28 gennaio 2020 - Martedì 28 gennaio con un corteo che accompagnerà l'allestimento di nuove pietre d'inciampo per ricordare volti e storie dei deportati ebrei di Livorno. Quindi un nuovo incontro mercoledì 29 gennaio. La Comunità di Sant'Egidio promuove alcune iniziative per il Giorno della Memoria a Livorno: tre giorni di incontri e testimonianze  nelle scuole primarie e secondarie di I grado. “La memoria – spiegano i promotori - ci è stata trasmessa perché fossimo liberi per sempre da odio e disprezzo: razzismo e antisemitismo hanno fatto già troppo male e dobbiamo allontanarli da noi. Si può costruire un mondo diverso, cominciando da noi stessi, sull'esempio dei 'giusti', cioè quelli che hanno colto l'appuntamento con la storia e hanno preso le parti di chi era indifeso”. Le “stolpersteine”, le “pietre d'inciampo” davanti alle abitazioni da cui furono portati via gli ebrei della città, sono il segno visibile di questa memoria che non rinuncia a costruire. Quest’anno saranno impiantate nelle strade livornesi sei pietre di inciampo, di cui quattro in via Strozzi e due in via del mare: le prime sono dedicate a Rosa Adut, Abramo Levi e ai loro due figli Mario Mosè e Selma (Nissim il terzo figlio fu ricordato già nel 2017); le altre due sono dedicate a Piera Galletti e a sua figlia Lia Genazzani. Le sei nuove “stolpersteine” vanno ad aggiungersi alle altre 17 impiantate in questi anni. Alla luce di questi nomi e delle loro storie vanno letti gli incontri delle tre giornate promosse da Sant'Egidio e dalla Comunità Ebraica di Livorno, in collaborazione con il Comune di Livorno, la Diocesi, la Regione Toscana e l’Istituto Storico della Resistenza: lunedì alla Carducci, con Anna e Laura Galletti, nipoti di Piera e cugine di Lia Genazzani. Martedì 28 gennaio, alle 10, nell'Auditorium di Villa Letizia, in via dei Pensieri 56, incontro con le scuole della zona sud della città con Laura Galletti, mentre alla stessa ora nel Salone Montedoro in via Montedoro 13, interviene Grazia Levi Coen parlando agli allievi delle scuole del centro. Alle 11.30 cortei silenziosi attraverseranno le vie della città per raggiungere alle ore 12 via del Mare 2, dove saranno omaggiate con le “pietre d'inciampo” Piera Galletti e Lia Genazzani, quindi via Strozzi 9, dove le “stolpersteine” ricorderanno Rosa Adut, Abramo, Selma e Mario Moisè Levi. Mercoledì 29 gennaio, alle ore 10, nell'auditorium "Pamela Ognissanti", in via Piero Gobetti 11, l'incontro 'Chi salva una vita, salva il mondo intero', con le scuole della zona Nord e gli interventi di Edi Bueno, anziana livornese, scampata alla deportazione, e Pierluigi Frisini, figlio di Lida Basso, insignita dell’alta onoreficenza di giusta tra le nazioni per aver salvato un numeroso gruppo di ebrei francesi che si erano rifugiati nelle campagne pistoiesi. Le stolpersteine possono ricordare persone scomparse nei lager e nella persecuzione ma anche persone sopravvissute alla Shoah. Esse sono poste davanti alle case abitate dalle persone ricordate prima della deportazione, oppure presso la loro ultima residenza nota. Attualmente sono 17 le pietre di inciampo installate a Livorno: le prime quattro sono state impiantate nel 2013 e dedicate a due bambine ebree Franca Baruch e Perla Beniacar, un ragazzo, Enrico Menasci, e suo padre Raffaello. Altre due sono state impiantate nel 2014 e dedicate a Isacco Bayona e Frida Misul, testimoni dell'orrore della Shoah per almeno due generazioni di studenti livornesi. Le stolpersteine del 2015 sono state dedicate a Dina e Dino Bueno, quelle del 2017 a Ivo Rabà e Nissim Levi, nel 2018 a Matilde Beniacar, ultima sopravvissuta livornese ai campi di sterminio.