"Si cercano case per i profughi"

L’appello dell’amministrazione. Parte anche la richiesta al Governo: "La Leonardo resti italiana"

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"Gli impianti livornesi di Leonardo restino italiani". È questo il nuovo appello dell’amministrazione comunale. Un appello reso ancora più urgente visto il conflitto in Ucraina. Ad intervenire ancora una volta sono il sindaco Luca Salvetti e l’assessore allo Sviluppo Economico Gianfranco Simoncini "affinché l’ex Wass e la collegata Oto Melata di La Spezia restino italiane, anche alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina". "Non ha senso – dichiarano il sindaco e Simoncini – che l’Italia ceda all’estero realtà storiche di grande importanza, quale quella di Livorno, con competenze tecnologiche e professionali altissime nel ramo della difesa". Ma in questi giorni, al contrario, si sono susseguite notizie sulla cessione a soggetti anche esteri della business unit Sistema Difesa di Leonardo, compresa dunque la Wass. Perciò l’mministrazione comunale, come aveva già fatto nei mesi scorsi, appoggia con forza la posizione di Cgil, Cisl e Uil a livello nazionale che si sono detti "contrari a spacchettamenti e controlli esteri per la business unit Sistemi Difesa di Leonardo". "Tutti noi dobbiamo lavorare per la pace La prospettiva della difesa comune europea, in questa drammatica fase è comunque fondamentale - sottolineano Salvetti e Simoncini - e può rappresentare un’occasione per il rilancio dell’azienda Wass con positivi riscontri per il territorio".

Intanto sul fronte dell’accoglienza dei profughi, l’assessorato al sociale ha avviato una ricognizione delle disponibilità del Terzo Settore, da trasmettere poi alla Prefettura per facilitare la ricerca di soluzioni per l’accoglienza dei profughi ucraini. Lo rende noto l’assessore Andrea Raspanti ricordando che "per disposizioni governative sono le Regioni e le Prefetture ad avere la titolarità sulla gestione dell’accoglienza dei profughi". L’Assessore ha inviato una lettera al mondo dell’associazionismo chiedendo di manifestare, in modo non impegnativo, la disponibilità di soluzioni abitative o di pronta accoglienza e "stiamo collaborando con l’ufficio immigrazione della Questura per far fronte alle esigenze delle persone che arrivano nella nostra città e mancano del necessario. Stiamo valutando anche di distaccare alcune unità di personale all’ufficio, per facilitare la valutazione e la presa in carico dei bisogni".

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