Si separa e dorme in una baracca di legno

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Da maggio dorme in una baracca all’interno di un terreno agricolo, grazie alla disponibilità di una persona che gli ha offerto un ricovero notturno. Ci sono la corrente e l’acqua del pozzo, ma manca il riscaldamento e con l’inverno alle porte. Prima tra marzo e aprile ha vissuto dentro un’auto in via Giordano Bruno, nel cortile di un palazzo di edilizia popolare. "Mi trovo in questa condizione – ci ha raccontato il protagonista di questa vicenda Paolo Mangani di 52 anni – perché ha dovuto lasciare l’alloggio popolare a Fiorentina dove abitavo con mia moglie. Ci siamo separati. Ho fatto domanda per l’emergenza abitativa. La graduatoria dovrebbe uscire a fine mese".

L’assistente sociale gli hanno detto "di andare al dormitorio pubblico per venti giorni. – prosegue Mangani – Poi? Ho un fratello che non mi può ospitare perché abita in una casa popolare piccola con moglie e figli. Io sono invalido all’80% per cecità parziale. Percepisco 300 euro al mese e ho ancora la residenza a casa della mia ex moglie. Mi servirebbe una residenza fittizia per le mie necessità, visto che ora sto in una baracca, ma mi è stato detto che non è possibile". Abbiamo sentito l’assessore al sociale Andrea Raspanti che ha risposto: "Per la residenza in via fittizia, questo cittadino deve recarsi allo sportello 4 dell’anagrafe senza appuntamento con la relazione dell’assistente sociale per verificare se ha requisiti. Per quanto mi riguarda informerò su questo caso". Nel frattempo Mangani è alla ricerca di un lavoro. "Mi arrangio però sono iscritto all’ufficio per il lavoro come categoria protetta. Per i pasti la Comunità di Sant’Egidio mi passa il pacco alimentare".

M.D.