“Sotto i portici di via Grande una gimkana fra i tavoli e le sedie"

Confcommercio e Confesercenti: "Ci impegneremo a fare verifiche. Ma il centro senza negozi e locali di somministrazione cade nel degrado". Le segnalazioni al nostro WhatsApp 366.6655723

Tavolini sotto i portici di via Grande

Tavolini sotto i portici di via Grande

Livorno, 11 marzo 2023 – In via Grande c’è una selva di tavoli e sedie degli esercizi commerciali dediti alla somministrazione.

Vincenzo Celestino ha scritto al WhatsApp de La Nazione e Il Telegrafo (366.6655723): "Mentre ero intento a percorrere a piedi via Grande, ho trovato il solito ‘senso unico’ alternato all’altezza del bar Dollino, davanti al quale la doppia fila di tavoli e sedie occupano quasi interamente il marciapiede. Mi sono rivolto alle commesse per chiedere se fosse regolare. Non mi hanno risposto".

Siamo andati in via Grande e in effetti la situazione è quella descritta dal signor Celestino. Abbiamo girato la questione alle associazioni di categoria. Ci hanno risposto Confcommercio e Confesercenti: "Tavolini e sedie all’aperto devono ottemperare non solo alla normativa comunale, ma anche alle regole di buon senso".

Le associazioni proseguono: "Noi crediamo che i tavoli all’aperto siano benvisti dai cittadini perché portano più persone in giro, a maggior ragione in una città come Livorno dove per fortuna sia il clima che le locali abitudini sociali portano un po’ tutti a consumare all’aperto".

E aggiungono: "Dopo la pandemia i bar e i ristoranti all’aperto sono riusciti a rivitalizzare Livorno e far ripartire l’economia delle piccole imprese. Spiace che qualcuno sia stato intralciato sotto i portici. Ancora peggio se si tratta di persone con carrozzine, o portatori di handicap. Invitiamo a segnalarci subito la zona interessata così cercheremo di intervenire per quanto di nostra competenza. Tutto questo al netto del fatto che gli spazi dedicati alla somministrazioni sono non solo necessari ma autorizzati".

Confcommercio e Confesercenti concludono: "Tutti sappiamo che dove chiudono le saracinesche, si tolgono i tavoli e si spengono le luci si attivano meccanismi di degenerazione urbana. Se non vogliamo far diventare il centro un dormitorio, occorre dare spazio alle attività commerciali e di somministrazione".

Monica Dolciotti