Tanti clienti e pochi giovani camerieri e baristi

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Le difficoltà che oggi incontrano i datori di lavoro a reperire personale non dipende solo dalla scarsa capacità di attrazione di determinate professioni correlate all’impegno richiesto e al salario, o al fatto che i giovani dopo la pandemia hanno scelto altre strade. Anche il fattore demografico e anagrafico rappresentano variabili che possono esercitare un effetto condizionate nel rapporto tra offerta e domanda di lavoro. Lo spiega Andrea Mangani, professore associato di Economia Applicata all’Università di Pisa. "La popolazione in età lavorativa diminuisce in Italia, come nei nostri territori, a causa del calo delle nascite iniziato negli anni settanta. La fascia di età più ampia in Italia oggi è quella nata dal 1960 al 1974. Di queste persone molte sono in prossimità della pensione. - spiega il professore Mangani - La popolazione italiana ha così un’età media che va oltre i 45 anni". Prosegue il professore Mangani: "Nel 2020 gli italiani tra i 18 e i 32 anni erano poco più della metà dei loro connazionali di età compresa tra i 53 e 67anni, persone con un percorso lavorativo maturato nel tempo già alle spalle. Si è ridotto quindi il rapporto tra coloro che stanno entrando nel mondo del lavoro rispetto a coloro che esprimono la domanda di beni e servizi. Non stupisce così che vi siano imprese che hanno difficoltà a reperire personale". Conclude: "In alcuni settori la produttività del lavoro è aumentata grazie al progresso tecnologico , ma in altri come la ristorazione o il turismo, la tecnologia è più o meno rimasta invariata. Un esempio: il lavoro di un cameriere in un ristorante non può certamente essere sostituito da un robot".