Tensostruttura Grimaldi, è scontro

Il presidente della Porto 2000, Luciano Guerrieri, duro sul sequestro della struttura

Luciano Guerrieri

Luciano Guerrieri

Livorno, 10 settembre 2018 - Eravamo stati facili profeti nell’ipotizzare che la ‘grana’ della tensostruttura Grimaldi in Darsena Toscana, fatta scoppiare dall’Autorità marittima, non si sarebbe esaurita lì. Infatti oggi arriva una significativa e dirompente nota di Luciano Guerrieri, presidente della Porto 2000, che non ha bisogno di commenti. Eccola.

"Come amministratore pubblico, dopo aver riflettuto, ritengo di dover sollevare una questione nel mio ruolo di presidente della Porto Livorno 2000 srl e di convocare urgentemente il consiglio di amministrazione. Non posso esimermi dal denunciare l’incompatibilità di quanto consentito dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno settentrionale, nonché socio di maggioranza della Porto di Livorno 2000, alla Sdt srl (Sintermar Darsena Toscana), in netta contraddizione rispetto alla gara bandita dalla stessa Autorità e che ha portato all’assegnazione della quota maggioritaria della Porto di Livorno 2000, e con essa della totale competenza in tema di navi passeggeri e relativi servizi, a soggetti privati a fronte del pagamento di un corrispettivo di oltre 10 milioni. Mi  sembra perfino superfluo sottolineare la concorrenza sleale che tale comportamento genera ed avalla ai danni della Porto di Livorno 2000.

Anche prescindendo dalle vicende amministrative oggetto di attenzione della stampa e delle iniziative recenti dell’Autorità Marittima relative alle procedure di concessione o di autorizzazione su queste aree ed alla costruzione di una tensostruttura posta sotto sequestro, non mi pare compatibile con gli interessi che intendo come presidente di Porto Livorno 2000 tutelare. E se ci sono situazioni illegittime ed abusi questi non possono trovare in questo quadro sanatorie nel tempo, tentando di far calare sulla vicenda un silenzio assordante. Al contrario occorre ripristinare il quadro originario previsto dall’oggetto della procedura di gara.

Come amministratore di una società a partecipazione pubblica, non posso che evidenziare anche il danno erariale che può derivare dallo svuotamento di questa società, visto che le sue competenze sul traffico passeggeri nel porto vengono tacitamente riconosciute in altre aree e ad altri operatori che non ne hanno titolo. Ciò in virtù di una dubbia procedura di concessione, in palese contraddizione con la lunga procedura di gara svolta secondo la legge 84/94 ed i suoi risultati,duplicando stabilmente aree funzionali passeggeri che nel Piano Regolatore Portuale dovrebbero essere uniche".