Tenta estorsione al Sassicaia, ordinanza del Gip

Livorno, i carabinieri hanno notificato la custodia cautelare in carcere al 47enne accusato di essere l’autore del disegno criminale

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Su ordine della Procura della Repubblica di Livorno, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 47enne di Trieste, a cui viene contestato gravemente il reato di tentata estorsione pluriaggravata ai danni della Tenuta San Guido di Bolgheri che produce il celebre vino Sassicaia. L’ordinanza è stata notificata a David Sirca, l’informatico di Malchina, sul Carso triestino, di 47 anni, denunciato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Livorno per aver tentato di estorcere 150mila euro dell’azienda di proprietà della famiglia Incisa della Rocchetta che produce il vino Sassicaia a Bolgheri. Oltre alla vicenda del Sassicaia, Sirca deve rispondere di altri tentativi di estorsione. La tecnica utilizzata era sempre la stessa: chiedeva fino a 200 mila euro in cripto valute secondo modalità non tracciabili ad aziende produttrici d’acqua e catene di supermercati minacciando, in caso di mancato pagamento, di avvelenare cibo e acqua con iniezioni di cianuro e tallio, come accertato dall’inchiesta, coordinata dall’aggiunto della Procura di Roma Giovanni Conzo.della provincia di Livorno. La notizia della tentata estorsione era già emersa nello scorso mese di agosto. Ora c’è la notifica della custodia cautelare in carcere dove si trova Sirca. La vicenda era iniziata alla fine di marzo 2022 quando i vertici dell’azienda ricevono delle mail criptate dall’inequivocabile tenore: versare 150.000 euro in bitcoin nel giro di pochi giorni per non vedere andare in fumo gli splendidi e pregiati vigneti di Bolgheri. Per rendere più concreta la minaccia ed indurre le vittime a pagare quanto prima, il malfattore aveva anche specificato che si sarebbe servito di numerose esche incendiarie che avrebbero reso complesse le operazioni di contenimento e spegnimento dell’eventuale incendio. I vertici dell’azienda non hanno ceduto al ricatto ma si sono rivolti ai Carabinieri del vicino Comando Stazione. Oltre a garantire la sicurezza dell’azienda minacciata, vista la gravità del reato e la particolare complessità delle indagini, è stato coinvolto il Nucleo Investigativo di Livorno che ha ricostruito come tutto era stato studiato.