
Tempestivo intervento dei carabinieri
Livorno, 3 maggio 2025 – È finito in carcere per tentato omicidio un uomo di 52 anni, M. T., originario del Kirgikistan. Il 52enne al culmine di lite, per futili motivi, scoppiata nel piazzale adibito a parcheggio dei mezzi pesanti in via Filzi, ha colpito alla testa il rivale, un concittadino asiatico 45enne usando un tirante per cinghie. Entrambi i protagonisti di questa vicenda sono senza dimora nel territorio nazionale e autotrasportatori. Gli animi si sarebbero accesi quando tra i due sono volate parole grosse, si presume offese sul piano personale, che avrebbero fatto scattare la reazione violenta dell’aggressore.
Solo l’intervento tempestivo dei carabinieri del nucleo radiomobile, accorsi sul posto dopo la segnalazione al 112 della violenta lite, ha permesso di bloccare l’aggressore e soccorrere la vittima, scongiurando il peggio. Infatti l’uomo aggredito è caduto a terra esanime. Nonostante questo il connazionale ha continuato a colpirlo con calci fino a quando sono sopraggiunti i militari dell’Arma e del personale del 118. L’aggressore quando ha sentito le sirene della pattuglia dei Carabinieri e dell’ambulanza, ha provato a dileguarsi. Ma grazie alle immediate ricerche svolte dai Carabinieri, il 52enne è stato rintraccio all’interno di un autocarro nei pressi del parcheggio di via Filzi.
L’uomo ferito a terra esanime, è stato soccorso dai sanitari, che l’hanno trasportato in ospedale dove è stato ricoverato in prognosi riservata in terapia intensiva. Nonostante i gravi traumi riportati alla testa, non in pericolo di vita. Nel frattempo il 52enne arrestato, è stato trasferito alla casa circondariale Le Sughere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
E il 1 maggio nel l’ udienza di convalida di fronte al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Livorno, è stato convalidato l’arresto ed è stata confermata a carico dell’indagato la misura cautelare della custodia in carcere.
Sono state raccolte inoltre le testimonianze di chi ha assistito all’aggressione e si attende inoltre che la vittima, quando sarà in grado, rilasci le sue dichiarazioni.