Tratta dei baby calciatori e frodi Tra gli imputati anche Toccafondi

Alcuni difensori avevano chiesto che il procedimento venisse spostato in altre sedi di competenza. Trasferite a Firenze solo due presunte combine in altrettante partite del campionato dilettanti

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Il processo sulla tratta dei baby calciatori e per le presunte frodi sportive resterà a Prato. Lo ha deciso ieri il collegio dei giudici di Prato, presieduto da Silvio De Luca, dopo le richieste dei difensori degli imputati. Per i giudici non esiste nessuna necessità di smembrare il processo che si snoda su tre fronti ben differenti: il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina delle giovani promesse del calcio (il cui imputato principale è Paolo Toccafondi, ex padron dell’Ac Prato, oggi presidente dell’Us Livorno Calcio), le innumerevoli frodi sportive nei campionati dilettanti (fra gli imputati eccellenti l’ex arbitro di Serie A Matteo Trefoloni) e le irregolarità nei lavori al Lungobisenzio. Per i giudici pratesi il capitolo sulla tratta dei calciatori deve restare in discussione a Prato, mentre i difensori avevano chiesto che il processo venisse spostato a Bologna dove fisicamente i ragazzini erano atterrati (quasi tutti in arrivo dalla Costa D’Avorio) e dove si sarebbe dunque consumato il reato.

Stessa cosa vale per le frodi sportive con eccezione per le due partite del campionato regionale di Eccellenza tra Valdarno e Bucinese e tra Bucinese e Lastrigiana, sospettate di essere state truccate, che sono state inviate al tribunale di Firenze. Per quanto riguarda le presunte frodi sportive la Figc si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato dall’avvocato Gaetano Martini.

A differenza di questi due filoni d’inchiesta, quello sui lavori al Lungobisenzio è tutto pratese. le indagini sono partite quasi per caso nel corso delle intercettazioni sul caso dell’immigrazione clandestina dei ragazzini.

Gli imputati totali sono 18 ma il processo stenta a partire, infatti ancora non è arrivato alla fase dibattimentale vera e propria con l’ascolto dei testimoni la cui lista è molto lunga.

L’udienza è stata rinviata per l’ennesima volta ed è stata aggiornata a maggio quando si partirà con l’ascolto dei primi testimoni.

L’inchiesta è partita nel 2017 dalla denuncia di un allenatore di origini ivorinae, Gbane El Hadj Seydou (che si è costituito parte civile). Gabne è il più grande accusatore di Toccafondi, dell’ex presidente della Sestese Filippo Giusti, e del procuratore sportivo Filippo Pacini, che, a suo dire, lo avrebbero "messo nel mezzo" per portare illegalmente i ragazzi in Italia, aggirando le norme Fifa, con la speranza di tesserarli in grandi squadre in cambio di guadagni milionari. L’inchiesta dei pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli ha scoperchiato un vaso di Pandora e, durante le indagini, non ha risparmiato colpi di scena. L’inchiesta si è man mano allargata portando alla luce le presunte combine nel calcio dilettanti e perfino le irregolarità nei lavori allo stadio Lungobisenzio per i quali l’ex dirigente del Comune Luca Piantini, Sandro Grassi e Giuseppe Mazzeo della Castelnuovo Lavori sono a processo.

Laura Natoli