Tumore al pancreas, cosa si può fare

Il dottor Raffaele Manta dell’Asl Nord Ovest fa il punto sulla situazione. Ci sono novità per la diagnosi

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Il dottor Raffaele Manta, direttore dell’Unità di Endoscopia Digestiva dell’Asl Toscana nord ovest attiva nei presidi di Livorno e Massa Carrara, Lucca, Versilia, Pisa, consigliere nazionale dell’Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti digestivi Ospedalieri, chiarisce alcuni aspetti del tumore al pancreas, di cui si è parlato molto in questi giorni, purtroppo per la scomparsa del calciatore e allenatore Gianluca Vialli.

Quanto è frequente il tumore del pancreas?

"Per quanto non particolarmente frequente, rappresentando circa il 3% di tutte le neoplasie, il tumore del pancreas è la quinta causa di decesso per patologia oncologica in assoluto, con una probabilità di sopravvivenza a 5 anni inferiore al 10%. Tuttavia, l’incidenza è in rapida crescita nei Paesi occidentali e si stima che per il 2030 diventerà la seconda neoplasia per frequenza dopo il cancro del colon-retto. Sebbene colpisca prevalentemente le persone anziane, il 10% dei casi di tumore pancreatico viene diagnosticato in soggetti con un’età inferiore ai 55 anni".

Come si fa la diagnosi?

Quando vi è un sospetto clinico, gli esami ematici e l’ecografia sono gli esami di primo livello che vanno integrati, laddove necessari, con esami di secondo livello come la risonanza magnetica e l’ecoendoscopia. In particolare, quest’ultima, che consiste nell’effettuare un’ecografia dall’interno con una sonda posizionata su uno strumento endoscopico simile al gastroscopio, permette di ottenere una visualizzazione estremamente dettagliata del pancreas e di effettuare all’occorrenza prelievi bioptici mirati. Negli ultimi anni, inoltre, sono allo studio delle metodiche per la diagnosi precoce non invasiva attraverso il prelievo di sangue, test che permettono di identificare frazioni circolanti di DNA (microRNA) e proteine prodotte dalle cellule tumorali e circolanti nel sangue del malato già negli stadi iniziale di malattia e che in un prossimo futuro potranno essere applicate su larga scala" .

Quanto è curabile?

"Per tutte le neoplasie riuscire ad intervenire in uno stadio precoce della malattia è fondamentale. Questo è particolarmente vero per il cancro del pancreas. Infatti, l’asportazione chirurgica del tumore non è sempre fattibile e l’intervento è complesso anche se, quando effettuato in centri specializzati ad alto volume, può essere eseguito anche in laparoscopia, lasciando cicatrici minime al paziente. Inoltre, la neoplasia del pancreas è caratterizzata da un elevato tasso di recidiva post-chirurgica (fino al 70-80% entro i 5 anni) e da una scarsa risposta biologica ai trattamenti chemioterapici. Tuttavia, anche le terapie oncologiche hanno mostrato un notevole miglioramento nel fermare la progressione delle forme avanzate di malattia grazie all’introduzione degli anticorpi monoclonali ed alla possibilità di studiare le mutazioni genetiche delle cellule neoplastiche così da selezionare gli agenti chemioterapici più efficaci. Infine, negli ultimi anni, l’utilizzo dell’ecoendoscopia, di cui abbiamo accennato in precedenza, permette di effettuare nei pazienti non operabili dei trattamenti locali mirati direttamente sul tumore con radiofrequenze, terapia termica e chemioterapica, che mostrano promettenti risultati sulla sopravvivenza e la qualità di vita del paziente".