"Tutti in piazza, un coro di pace"

L’esortazione del vescovo monsignor Giusti ieri alla manifestazione voluta dalla Comunità di Sant’Egidio

Migration

"Sono una madre e mio figlio è in guerra per difendere la nostra terra, che i nostri antenati hanno difeso per secoli morendo per essa. Mio figlio che non ha mai sparato, se non ferma il male, domani il mondo intero, l’intera comunità europea sarà minacciata. Oggi (ieri, ndr) siamo venuti qui in piazza a sostenere il popolo ucraino. Come madre ucraina chiedo aiuto. Nessuno rimanga indifferente". Queste le parole accorate di una delle cittadine ucraine che vivono e lavorano a Livorno, che hanno risposto all’invito della Comunità di Sant’Egidio a partecipare alla manifestazione in piazza del Luogo Pio ‘Sì alla pace. No alla guerra’ che si è svolta ieri pomeriggio.

"Fermiamo insieme il male – l’appello sempre della mamma ucraina – abbiamo bisogno di giubbotti antiproiettile, elmetti, kit di pronto soccorso per i feriti e per i militari e tutti i difensori ucraini. Siamo a corto di cibo nei bunker e nei rifugi e nella metropolitana di Kiev, dove si sono rifugiate migliaia di persone con i bambini. Servono vestiti caldi e indumenti termici per i soldati che sono andati distrutti nei bombardamenti a Kiev". Monsignore Simone Giusti, vescovo di Livorno, ha commentato a margine della manifestazione: "Non è vero che iniziative di piazza come questa non servono. Non è vero perché qui come nel resto del mondo e nella stessa Russia servono a dare voce all’opinione pubblica, al punto di condizionare la guerra e gli stessi generali russi affinché non facciano vittime civili. Affinché non vengano più uccisi bambini. Manifestazioni come queste salvano vite. Devono proseguire". Francesco Gazzetti consigliere regionale del Partito Democratico ha espresso un ringraziamento particolare "alla Comunità di Sant’Egidio per questa manifestazione con la presenza di tanti bambini e bambine insieme alla comunità ucraina, per far sentire la voce di Livorno in questo momento. C’è bisogno di far sentire la nostra vicinanza al popolo ucraino e di lanciare l’appello per far tacere le armi". In piazza del Luogo Pio ieri pomeriggio gremita di folla, c’erano infatti tanti bambini delle scuole Micheli, Benci, Bartolena per solidarietà verso i bambini ucraini.

A Livorno e in provincia sono stati ospitati negli anni centinaia bambini arrivati da Chernobyl per curarsi dagli effetti delle radiazioni (ospitati dalle nostre famiglie) sprigionate dalla centrale atomica nell’esposione nel 1986.

Tante donne ucraine lavorano a Livorno e provincia prendendosi cura di anziani e persone disabili. Il legame del territorio livornese con l’Ucraina per tutte queste ragioni e forte e di vecchia data.

Monica Dolciotti

Hai già un abbonamento?
Questo articolo è riservato agli abbonati

Accedi senza limiti a tutti i contenuti di iltelegrafolivorno.it e dei siti collegati.Naviga senza pubblicità!

ABBONAMENTO SETTIMANALE

2,30 € 0,79 € a settimanaper le prime 24 settimane. Addebito ogni 28 giorni.
Nessun vincolo di durata. Disdici quando vuoi
mese
anno