Ha ucciso il padre, parla un amico: "Leonardo, per me, non è cattivo"

Livorno, l’istruttore della palestra frequentata dal giovane arrestato ci aiuta a capire i retroscena della tragedia

Francesco Gioia, istruttore di palestra, parla di Leonardo

Francesco Gioia, istruttore di palestra, parla di Leonardo

Livorno, 5 febbraio 2023 - Mentre si attende che sia eseguita l’autopsia sul corpo di Fabrizio Banti, l’uomo di 57 anni ucciso dal figlio Leonardo di 23 alle 3 del mattino di venerdì 3 febbraio con un’arma da taglio, resta in carcere il figlio accusato di omicidio aggravato. La convalida dell’arresto è attesa per lunedì.

"Non è stato ancora interrogato – conferma l’avvocato di ufficio del giovane – e non è escluso che sarà chiesta una perizia psichiatrica perché aveva manifestato in passato dei disturbi del comportamento". L’arma dell’omidicio dovrebbe essere un coltello. I carabinieri hanno già setacciato l’abitazione di via Paganini sotto sequestro, dove la vittima viveva con il figlio.

L’uomo è stato trovato in camera da letto. Il medico legale non ha rinvenuto segni di colluttazione: il 57enne non ha nemmeno avuto il tempo di reagire: forse è stato colpito nel sonno.

Dalle testimonianze raccolte, "Fabrizio Banti da anni aveva problemi di alcolismo e difficoltà di relazione con il figlio", ci racconta Francesco Gioia, titolare della palestra Strongman a Livorno, che il 23enne omicida aveva frequentato per tre anni fino allo scoppio della pandemia e dove aveva trovato amici e comprensione.

"Era di casa da noi. – ricorda Francesco Gioia – Si fidava di me perciò mi aveva raccontato la situazione che viveva in famiglia. Quello che è successo è una terribile tragedia, ma Leonardo non è una persona cattiva. Taciturno e introverso certamente, ma se capiva che poteva fidarsi di una persona, gli apriva il cuore". Prosegue Francesco Gioia: "Leonardo ha frequentato per tre anni la mia palestra. Quando ho capito che aveva delle qualità, gli ho suggerito di fare un corso per essere abilitato a lavorare con noi, ma non lo ha fatto. Poi la pandemia ci ha costretto a chiudere per mesi. Così ho aiutato Leonardo a trovare su internet gli attrezzi per allenarsi a casa. Aveva problemi di peso che voleva risolvere. Da ragazzino, mi ha confidato, era stato bullizzato a scuola per il suo aspetto". Sulla famiglia di Leonardo ci riferisce: "Il padre aveva il reddito di cittadinanza. Le difficiltà economiche in casa erano serie. Leo ha cercato di tenere sotto controllo il padre con dipendenza da alcol. Non voleva che spendesse tutti i soldi per bere".

M. D.