Ucciso in casa nella notte, arrestato il figlio

Livorno, Francesco De Felice, da poco congedato dalla Folgore era originario di Livorno e per molto tempo è stato in città

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E’ stato trovato privo di vita e con segni di arma da taglio nella sua abitazione a Vittorio Veneto in provincia di Treviso. A scoprirlo è stata la moglie . In casa c’era anche il figlio della coppia, di 24 anni. La vittima, Francesco De Felice, 56 anni, è conosciuta a Livorno. Si tratta infatti di un ufficiale della Folgore da poco in pensione (la foto è tratta dal sito Congedati Folgore). Francesco era nato a Livorno e per molto tempo è stato militare della Folgore nella nsotra città, prima del trasferimento in Veneto.

Non è chiaro il movente del delitto, mentre è stata ricostruita in parte la dinamica. Stando ai primi rilievi e alle testimonianze raccollte dagli inquirenti, Francesco De Felice dormiva sul divano della sala quando suo figlio si sarebbe avvicinato e l’avrebbe colpito alla testa per due volte con un manubrio da palestra, poi con un coltello da cucina.

L’uomo sarebbe riuscito ad alzarsi prima di crollare a terra senza vita. Il corpo è stato trovato al centro della sala dalla moglie, che dapprima ha tentato di soccorrerlo poi – quando ha capito che era ormai inutile – ha chiamato i carabinieri. De Felice aveva ferite dovunque, in particolare una molto profonda al collo, e un grosso ematoma alla testa, probabilmenmte originato dal colpo inferto con il manubrio da palestra

I carabinieri, subito intervenuti nell’abitazione, dopo rapide indagini hanno arrestato il figlio dell’uomo. Il figlio è stato trovato in stato confusionale sul pianerottolo di casa. Il giovane, Riccardo De Felice, 24 anni, è accusato di omicidio ed è stato trasferito nel carcere di Treviso. A causa di recenti segni di squilibrio mentale pare la famiglia avesse messo in programma un trattamento sanitario che tuttavia non era ancora stato avviato.

La vittima, Francesco De Felice, è stato colpito mentre si trovava su un divano con un corpo contundente (il manubrio da palestra), e con vari fendenti arrecati con un coltello da cucina. Secondo quanto si è appreso, l’indagato avrebbe ammesso in modo parziale e confuso il suo coinvolgimento nel delitto, ma a rendere concreta la sua responsabilità diretta dell’accaduto sarebbe stato il resoconto della madre al pubblico ministero Davide Romanelli dopo la prima sommaria acquisizione di elementi avvenuta sul luogo del crimine e, successivamente, nella caserma dei carabinieri di Treviso.