MONICA DOLCIOTTI
Cronaca

Un bigliettino con numeri di telefono

L’indagine svolta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Livorno, coordinati dal pm Ezia Mancusi, ha preso la direzione giusta poco...

L’indagine svolta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Livorno, coordinati dal pm Ezia Mancusi, ha preso la direzione giusta poco...

L’indagine svolta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Livorno, coordinati dal pm Ezia Mancusi, ha preso la direzione giusta poco...

L’indagine svolta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Livorno, coordinati dal pm Ezia Mancusi, ha preso la direzione giusta poco dopo il colpo ai portavalori, grazie al ritrovamento quasi immediato delle auto (foto) usate dalla banda ’dei sardi’ e dal rinvenimento in un immobile usato da un complice in provincia di Pisa, di un foglietto semibruciato, sul quale erano stati annotati dei numeri di telefono che hanno permesso ai Carabinieri di risalire a tutti gli autori della rapina. Non solo: preziosi sono stati i filmati registrati con smartphone dai testimoni della rapina: hanno consentito di identificare le vetture rubate, usate per bloccare la Variante Aurelia e lasciare subito dopo il luogo del colpo e abbandonate non lontano dal luogo dell’assalto. Ma anche l’audio dei filmati ha fornito un’ulteriore elemento chiave: dalla parlata dei rapinatori è stato possibile appurare la loro origine sarda. A quel punto il campo di indagine è stato circoscritto a pregiudicati con precedenti per rapina con uso di armi da guerra. A questo proposito Pier Carmine Sica, Comandante Provinciale dell’Arma a Livorno, ha sottolineato che il gruppo criminale "ha agito con spregiudicatezza, senza esitazione, con un volume di fuoco impressionante. Non ci sono stati feriti, o vittime solo per un caso". Ha anche impiegato "esplosivo militare C4 con competenza, – ha riferitoro il Procuratore Capo Agnello – per far saltare i portelloni dei portavolori". Parte dell’eplosivo è stato trovato nell’abitazione di un complice in provincia di Pisa.

M.D.