"Un errore il bollino nero sul vino"

"Non si può paragonare il nostro prodotto di qualità agli abusi di alcol e fumo". Parla Jessica Pasquini

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Città del Vino, insieme a altre associazioni ha inviato una lettera aperta ai parlamentari europei sul Cancer Plan e Nutriscore e sulle ricadute negative che questo può avere sui alcuni prodotti tipici italiani. Rilancia le dichiarazioni anche il sindaco di Suvereto, Jessica Pasquini, coordinatore regionale delle Città del Vino della Toscana e membro del consiglio nazionale dell’Associazione: "Pur nel corretto e condivisibile obiettivo di tutelare salute e prevenire le cattive abitudini negli stili di vita, la commissione straordinaria contro il cancro del Parlamento Europeo asserendo che "non esiste un livello sicuro di consumo di alcol" di fatto equipara il vino a tutte le altre sostanze alcoliche, imponendo misure come le etichette con alert sanitario e il divieto di pubblicizzare e sponsorizzare eventi sportivi e proponendo aumento della tassazione oltre a una revisione della politica di promozione".

"E’ inaccettabile – sotolinea Jessica Pasquini – che non si distingua l’abuso e il bere consapevole, con il rischio reale oltretutto di colpire un settore strategico per il nostro territorio e per l’Italia. Le giuste politiche di prevenzione contro il cancro e per la tutela della salute dei cittadini non si devono trasformare in battaglie ideologiche contro le produzioni tipiche italiane". Nell’appello alle istituzioni euroee gli aderenti al Patto di Spello (Associazione Nazionale Città del Vino, Associazione Nazionale Città dell’Olio, Movimento Turismo del Vino, Movimento Turismo dell’Olio, Federazione italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, Unione Italiana Vini), esprimono la loro forte preoccupazione per alcuni dei contenuti espressi dalla relazione Beating Cancer Plan, approvata nelle scorse settimane dalla Commissione straordinaria contro il cancro (Be.Ca) del Parlamento Europeo, "in quanto non traspare con sufficiente chiarezza la netta distinzione tra consumo moderato e consapevole di alcuni prodotti quali, ad esempio il vino, rispetto all’assunto che "non esiste un livello sicuro di consumo di alcol" e che pertanto le bevande che ne contengono una qualunque quantità, sono pericolose per la salute umana". "Tra le misure previste per la lotta all’alcol – spiegano i firmatari dell’appello – oltre alle etichette con alert sanitari (il bollino nero ndr), è previsto persino il divieto di poter fare pubblicità e di sponsorizzazione ad eventi sportivi da parte di aziende produttrici di prodotti alcolici, oltre ad un aumento della tassazione e la revisione della politica di promozione. In pratica, chi produce vino potrà avere meno risorse per la promozione perché nel vino c’è l’alcol. Le proposte presentate all’interno del piano vedono comparare il rischio di insorgenza di tumori dovuti al fumo con i rischi derivati dal consumo di vino, senza distinguere tra l’abuso e il bere moderato e consapevole, con il possibile esito di colpire pesantemente un settore che solo in Italia conta su 1,3 milioni di addetti, miliardi di fatturato, e una supremazia mondiale delle esportazioni in termini di volume, oltre che una riconosciuta qualità che rappresenta la migliore immagine del nostro Paese nel mondo. E non si consideri - come affermato da decine di studi scientifici - che un calice di vino a pasto (tanto più se vino rosso) riduce il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari grazie ai polifenoli e al resveratrolo".

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