Un ‘Moai’ proteggerà il lungomare. «E’ il dono dei nativi di Rapa Nui»

Festa ai Gabbiano con musiche e balli maori

Marco Berni al centro con gli scultori maori

Marco Berni al centro con gli scultori maori

Livorno, 24 giugno 2018 - Il fascino esotico dell’Isola di Pasqua a due passi dai Tre Ponti. Pensi a Rapa Nui e negli occhi si materializzano gli incredibili ‘moai’, gli enormi monoliti incastonati nella spiaggia, custodi silenziosi di un mondo lontanissimo. «Ora ne abbiamo uno anche noi, a realizzarlo sono stati proprio alcuni nativi di Rapa Nui che hanno lavorato in questi giorni due grossi tronchi di platano donati dall’azienda di Enrico Frati – spiega Marco Berni, viaggiatore incallito – Sono persone con le quali ho stretto un legame di amicizia molto forte durante la mia permanenza sull’Isola di Pasqua. Una tappa importante, risalente a una ventina di anni fa, tra i miei molti viaggi lungo la Panamericana. Mi hanno accolto e riconosciuto come il ‘Rapa Nui Bianco', insomma come un figlio».

Le statue – oltre al grande moai c’è anche una donna su una tartaruga – saranno terminate nella giornata di oggi, nello speciale ‘laboratorio’ vista mare che offre la piattaforma del Gabbiano. «Di questo spazio ringraziamo la sezione nautica e in particolare Alessandro Vezzi – ha proseguito Berni – Domani sera ci sarà l’inaugurazione e una speciale benedizione con canti e balli maori, l’appuntamento è per le 21». Una testimonianza di amicizia e di comunità che merita una vetrina speciale. «Questi nativi sono spesso miei ospiti durante i loro viaggi in Italia, ecco perché hanno voluto donare a me e alla città questo loro manufatto – racconta ancora – Un ponte virtuale tra Livorno e l’Oceano Pacifico, insomma, adesso suggellato da questo regalo prezioso. Alle statue hanno lavorato cinque persone, due di loro sono maestri scultori maori. E’ stata individuata come la posizione ideale per collocare la statua una delle aiuole alla curva del Gabbiano, di forma triangolare e ‘orientata’ in direzione dell’Isola di Pasqua. Siamo in contatto con l’assessore Belais per avere i permessi, nel frattempo l’opera potrà essere ospitata tra Effetto Venezia e il Museo di storia naturale». Un simbolo di protezione e grandezza, che potrà impreziosire la passeggiata. «Il moai darà le spalle al mare, proprio come fanno quelli di Rapa Nui – conclude Berni – Si narra che questi giganti proteggessero la popolazione dai pericoli e dall’aldilà. Un fazzoletto di terra pieno di fascino, abitato da circa 4500 persone, che adesso sarà molto più vicino alla nostra città».