"Usl e Ministero in silenzio dopo la nostra denuncia"

Roberta Sassu del sindacato infermieri Nursind interviene di nuovo dopo le violenze e le minacce al personale sanitario nel carcere di Livorno

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"L’Asl è rimasta in silenzio dopo la segnalazione sugli organi di informazione del sindacato infermieri Nursind sulle condizioni di rischio e pericolo nelle quali il personale sanitario lavora nel carcere di Livorno". Lo denuncia Roberta Sassu, segretario territoriale di Livorno del Nursind. "Nè la Usl nè il Ministero di Grazie e Giustizia ci hanno contattato. Conferma – Intanto anche martedì è scoppiata una rissa nella sezione di alta sicurezza del carcere delle Sughere. Sono intervenuti gli agenti penitenziari a riportare ordine, ma è evidente che la situazione è esplosiva". Prosegue la Sassu: "Sono i detenuti comuni per lo più stranieri quelli che manifestano comportamenti violenti verso il personale sanitario e le donne. Tra di loro è più usuale l’autolesionismo: si feriscono con lamette e ingoiano forchette e cucchiai e pile (come le stilo). Questo richiede il loro ricovero in infermeria, o in ospedale per i necessari interventi anche salvavita. Lo fanno per protesta, o semplicemente per autolesionismo". Le condizioni di lavoro all’interno delle Sughere "sono critiche per il personale di sorveglianza che non basta e per gli operatori sanitari. – va avanti Roberta Sassu – Gli infermieri di turno alle Sughere la mattina sono 4 più la coordinatrice. Il pomeriggio ce ne sono tre . C’è poi carenza di medici dedicati alla struttura penitenziaria, per cui spesso anche il lavoro dei medici ricade sulle spalle degli infermieri. Oggi a turno alle Sughere c’è un medico. Ne servirebbe uno per ogni sezione, in tutto quattro". Intervengono poi Francesco Torselli e Andrea Romiti, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale e in Comune a Livorno. "La situazione del carcere delle Sughere sta sfuggendo di mano. Nelle ultime settimane si contano due aggressioni agli agenti della penitenziaria e un tentativo di stupro ai danni di una infermiera da parte di un detenuto magrebino. Esprimiamo solidarietà al personale che lavora nel carcere". Aggiungono: "Da tempo denunciamo l’inadeguatezza del carcere". Precisano Torselli e Romiti: "Gli agenti sono costretti ad usare uno spogliatoio provvisorio nel la palestra, per non parlare di alcuni uffici che hanno la toilette a vista. Spazi così inadeguati si prestano ad atti criminali, come lo spaccio di droga. Non ci sorprende che le forze dell’ordine abbiano rinvenuto hashish e altre droghe nel carcere di Livorno". Concludono: "Il Ministero invii gli ispettori. Ci auguriamo che l’attenzione verso il problema carceri aumenterà con il nuovo Governo visto che il ministro Cartabia ha affrontato la questione inappropriatamente. Non dimentichiamoci che mentre i nostri penitenziari cadono a pezzi, lei ha proposto di creare le ‘casette dell’amore’ per i detenuti".

Monica Dolciotti