Usura, sequestrato un vero tesoro

Livorno, l’indagine di Finanza e carabinieri tocca anche Pisa, 11 persone indagate. Beni per 650mila euro

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Operazione antiusura, sequestrati oggetti d’oro, auto e un’imbarcazione da parte della a Guardia di Finanza di Pisa e dei Carabinieri di Livorno. Nel dettaglio ono stati sequestrati 90.000 euro in contanti, più 28 orologi di lusso (Rolex, Cartier, Frank Muller, Patek Philippe, Vacheron Constantin), monili in oro, un’imbarcazione da diporto, 3 auto e 4 motoveicoli. Valore complessico di questi beni 650 mila euro. Appartengono a 5 delle 11 persone indagate per il reato di usura e già arrestate il 13 settembre 2021. Sono tutti livornesi: Gionata Lonzi, il padre Giuliano Lonzi e la moglie Bruna Martini, l’orefice Valter Giglioli e l’imprenditore Stefano Bendinelli. Il provvedimento è il frutto di complesse attività investigative fondate anche su accertamenti di natura economico-finanziaria, che hanno permesso la ricostruzione del patrimonio, mobiliare e immobiliare, riconducibile agli indagati per usura e di verificare che era fortemente sproporzionato rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati. Perciò su ordine della Procura della Repubblica del Tribunale di Livorno, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria della Guardia di Finanza di Pisa e i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno, hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo dei beni, che si ipotizza siano il provento dell’attività di usura. Il sequestro rappresenta un ulteriore passaggio della precedente indagine che ha permesso di smantellare nel 2021 il sodalizio criminale dedito all’usura, ma macchiatosi anche nel 2002 dell’omicidio avvenuto a Livorno di Alfredo Chimenti detto ‘Cacciavite’. Così nel 2021 furono arrestate 11 persone per i reati di: omicidio premeditato (solo a carico di tre di loro responsabili anche di porto abusivo di armi da sparo), associazione per delinquere, usura aggravata, estorsione aggravata. Il movente dell’omicidio sarebbe derivato da contrasti nell’ambiente delle bische clandestine e del gioco d’azzardo tra il circolo La Garuffa (di cui faceva parte Chimenti) e lo Sporting Club che era sotto la protezione della ‘batteria’, un temibile gruppo di criminale in contatto con soggetti che gravitavano nell’ambiente del terrorismo di estrema destra e soggetti vicini ad ambienti mafiosi. Per quanto riguarda il reato di usura, è stato dimostrato che le vittime dovevano acquistare dall’usuraio preziosi in oro usato ad un prezzo più alto dell’effettivo valore (il doppio o il triplo), con l’obbligo di rivendenderli al loro prezzo corrente a compro-oro compiacenti. Le vittime ottenevano così dai compro-oro la liquidità di cui avevano bisogno, ma rimanevano debitori nei confronti dell’usuraio di una cifra pari a quasi il doppio di quella ricevuta.

M.D.

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