"Vacciniamoci contro il virus dell’antisemitismo"

Livorno, gli studenti delle scuole Benci e Bartolena hanno partecipato alle iniziative davanti alla sinagoga con le istituzioni cittadine

Giorno della Memoria a Livorno (foto Novi)

Giorno della Memoria a Livorno (foto Novi)

Gli alunni delle scuole Benci e Bartolena ieri pomeriggio hanno formato una catena tenendosi per mano intorno alla Sinagoga di Livorno per simboleggiare l’abbraccio ideale delle giovani generazioni con i fratelli ebrei. Questo gesto altamente simbolico è stato il loro modo di dire "no" all’intolleranza, all’odio contro chiunque sia diverso da noi e all’antisemitismo strisciante, che periodicamente rialza la testa. I bambini delle scuole Benci e Bartolena hanno studiato in classe la tragica storica che 77 anni fa è culminata il 27 gennaio 1945 nella liberazione del campo di sterminio di Auschwitz in Polonia, uno dei lager dove i nazisti progettarono e attuarono il loro piano di sterminio degli ebrei (ne furono trucidati 6 milioni), più di tutti coloro che non erano ben visti dal regime nazista. Tra questi zingari, disabili, omosessuali, prigionieri politici, oppositori, partigiani. Un’intera porzione dell’umanità vittima del demone sterminatore evocato da Adolf Hitler, con la connivenza della sua nazione e di molti altri fuori dai confini del Terzo Reich. Così per non dimenticare tutto questo è stato istituito dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite il ‘Giorno della memoria’ che coincide con il 27 gennaio. Proprio rivolgendosi alle giovani generazioni il Prefetto Paolo d’Attilio ieri davanti alla Sinagoga ha pronunciato parole significative: "Oggi (ieri, ndr) la presenza dei bambini davanti alla Sinagoga è fondamentale perché abbiamo preso parte noi adulti a tante altre iniziative per celebare il ‘Giorno della memoria’, ma voi non c’eravate. Mi siete mancati. Ora vedervi qui mi riempie il cuore di speranza perché voi bambini siete l’antidoto contro il virus dell’antisemitismo e del razzismo".

Anna Ajello della Comunità di Sant’Egidio (tra i soggetti promotori delle iniziative del ‘Giorno della memoria’) ha invitato tutti "grandi e bambini a vaccinarsi contro l’antisemitismo attraverso la memoria della Shoah. Gli insegnati sono i nostri alleati in questa battaglia". Loro i bambini delle scuole elementari Benci e Bartolena, tra i quali ci sono anche tanti figli di stranieri per cui sono l’espressione di una società sempre più diversificata ma inclusiva, hanno dimostrato di avere appreso la lezione.

Ad Aurora della IV A delle Benci abbiamo chiesto cosa ha imparato in questi giorni nei quali si è preparata al ‘Giorno della memoria’: "Se vedessi maltrattare un bambino ebreo, o straniero, - ci ha detto - lo aiutarei. E il messaggio più importante che ho in testa è quello della pace. Solo se saremo tutti uniti ci potrà essere la pace". Penda, originaria del Senegal, anche lei della IV A alle Benci, la pensa come Aurora: "Solo se viviamo tutti insieme possiamo stare in pace". Quando abbiamo chiesto cosa avrebbe fatto se avesse assistito al maltrattamento del bambino ebreo di 12 anni accaduto a Venturina pochi giorni fa, Pensa ha risposto senza esitazione: "Lo avrei difeso".

Monica Dolciotti

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